Cultura e Spettacoli

Grande Fratello, escluso da dieci anni si incatena a Cinecittà

La storia di Diego, un ragazzo della provincia di Latina: "Ho la sfortuna di non essere figlio, parente o ex di ..."

Grande Fratello, escluso da dieci anni si incatena a Cinecittà

Si è incatenato davanti agli studi del Grande Fratello a Cinecittà, a Roma. È la singolare forma di protesta inscenata da Diego Spiego, 28enne di Campoleone, in provincia di Latina. Il motivo? Dopo dieci anni di tentativi e provini non è ancora riuscito ad entrare nella popolarissima casa televisiva. "Anni di provini ma alla fine prendono sempre persone che sono già famose. Ci vuole meno ipocrisia: dicessero chiaramente che anche questa edizione del Grande Fratello non sarà per i 'non famosi', basta prendere in giro e illudere il pubblico", dichiara il giovane alla stampa come si legge sul giornale on line "ilcaffe.tv".

Sul cartello che ha appeso al collo, ha scritto di avere "la sfortuna di non essere figlio, parente o ex di ...". Resta ora da chiedersi se questa forma di protesta così singolare ed eclatante, senza precedenti, sortirà i suoi effetti. Vedremo l'anno prossimo Diego nella casa più spiata d'Italia protagonista del Grande Fratello?

Ma pare che a spingere il mancato "gieffino" a incatenarsi a Cinecittà sia stato soprattutto un "esperimento sociale", come lo ha definito lui su Facebook. Diego ha infatti pubblicato un video con il collage di tutti gli articoli sulla sua protesta. Ha voluto evidentemente vedere che eco avrebbe avuto la notizia del suo incatenamento. E, ancora, in un post scrive: "La cosa più scandalosa e allucinante non è il gesto di un ragazzo come me di 28 anni che si incatena ad un palo fuori Cinecittà per un programma come il Grande Fratello per lottare per un suo sogno. Ma la cosa più assurda è la gente, la società e le persone che insultano e minacciano in commenti assurdi e osceni dietro lo schermo di un cellulare o di un pc. Questo vi dimostra quanta cattiveria c'è nella società, mancanza di rispetto e ignoranza c'è nelle persone che ci circondano.

Vi ricordo siamo in un paese democratico dove ognuno è libero di fare ciò che vuole ma non di certo minacciare".

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