Le mappe e il tunnel per arrivare all'oro: il piano della "banda del buco"

La banda del buco stava scavando un tunnel sotterraneo da mesi. Il crollo del cunicolo ha mandato in fumo il piano segreto e ha sepolto uno dei quattro per ore

Le mappe e il tunnel per arrivare all'oro: il piano della "banda del buco"

Stavano per mettere a segno un colpo milionario, tempo un paio di settimane e avrebbero messo le mani sul bottino. Se non fosse che il tunnel segreto per arrivare all'oro è crollato. E così, quelli della banda del buco - Mario Mazza, Antonio Pinto, David Sciavarrello e Andrea Grassi - si sono ritrovati con un pugno di mosche in mano. Forse incasseranno una denuncia per danneggiamento del suolo pubblico, l'unico reato che la procura può contestare ai quattro dopo che sono stati pizzicati a due passi dal passaggio sottorraneo.

Il piano segreto

Un piano segreto, curato nei minimi dettagli. Stando a quanto racconta Romina Maresca sulle pagine di Repubblica, la banda stava prepando il terreno per quello che doveva essere un "colpo grosso": un bottino da qualche milione di euro tra gioielli e denaro contante. E invece è andato tutto a ramengo. Una picconata di troppo ha fatto crollare il tunnel sotterrano che Andrea Grassi, muratore di 33 anni con precedenti per droga da ragazzino, stava scavando con pazienza e cura certosina da fine luglio. La banda aveva preso in affitto una bottega, con regolare contratto, in via Innocenzo XI, alle spalle di San Pietro. Ed è proprio dallo scantinato del locale che Grassi, d'intesa con i complici, aveva cominciato a scavare il varco sotterraneo per accedere al caveau di una delle tre banche del quartiere. I "lavori" avrebbero dovuto terminare i primi giorni di settembre ma poi le pareti del cunicolo sono venute giù. A rimetterci è stato il 33enne, rimasto sepolto per otto ore sotto le macerie. I Vigili del Fuoco hanno dovuto aprire un varco nel cemento profondo circa 10 metri per estrarlo vivo.

Chi sono i membri della banda

Nello scantinato della bottega sono state trovate decine di sacchetti di terra, mappe delle fognature, percorsi da imboccare tra intercapedini e cantine. Eppure i membri della banda - almeno quelli identificati fino ad oggi - negano di saperne qualcosa. Come Antonio Mazza, 57 anni, che nel 2010 ha svaligiato una delle più importanti gioiellerie di Napoli. Quando i carabinieri della caserma di Trastevere gli hanno chiesto spiegazioni in merito al crollo del tunnel è caduto dal cielo: "Ero andato da mia figlia a portare mozzarelle e frutta. Se conosciamo quei due? Ma quando mai, noi eravamo nel posto sbagliato nel momento sbagliato". Un classico. Anche gli altri hanno negato l'evidenza (ci sono i filmati che li inchiodano). "Con voi non ci parlo", ha detto David Sciavarello, 35 anni, con qualche precedente non grave, ai militari dell'Arma incassando una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale. Andrea Grassi è stato portato al pronto soccorso del San Camillo. Ci hanno pensato i genitori a difenderlo da chi lo ha accusato di essere un "ladro fortunato". "Andrea stava morendo, nessuno si permetta. Lavorava per 50 euro al giorno.

Gli hanno detto di scavare e lui l'ha fatto", ha controbattuto la mamma mentre aspettava che il figlio fosse trasferito in reparto. Gli inquirenti sospettano che della banda facciano parte anche altri componenti.

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