Ora Anastasiya nega le accuse: "I 70mila euro? Non lo sapevo"

Si è svolto l'interrogatorio della giovane davanti al gip di Roma. Avrebbe negato qualsiasi coinvolgimento suo e di Luca nel traffico di droga

Ora Anastasiya nega le accuse: "I 70mila euro? Non lo sapevo"

“Non sapevo di avere settantamila euro nello zaino”. Sono queste le parole di Anastasiya davanti ai magistrati. Nega ogni coinvolgimento e afferma che lei si trovava davanti a quel pub come mille altre volte era capitato. Dunque, estranea a qualsiasi traffico di droga. Questo è quanto avrebbe riferito Anastasiya Kylemnyk nel corso dell’interrogatorio davanti al gip, Costantino De Robbio, dopo la misura cautelare dell’obbligo di firma scattata nella seconda tranche dell’indagine sull’omicidio del suo fidanzato Luca Sacchi, ucciso lo scorso ottobre con un colpo di pistola alla testa davanti a un pub in zona Colli Albani.

Anastasiya è arrivata nell’ufficio del gip di Roma per l’interrogatorio di garanzia con cappello rosa e occhiali da sole. Accompagnata dal suo difensore, l’avvocato Giuseppe Cincioni. I magistrati contestano alla venticinquenne il tentativo di acquisto di un grosso quantitativo di sostanza stupefacente insieme a, Giovanni Princi, ex compagno di scuola di Sacchi. Princi finito invece in carcere, ieri davanti al gip si è avvalso della facoltà di non rispondere così come Marcello De Propris, accusato di concorso in omicidio per aver fornito l’arma ai killer, Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, già in carcere dal 25 ottobre scorso.

Valerio Del Grosso, reo confesso dell’omicidio, in una dichiarazione spontanea ha fatto sapere che era la prima volta che prendeva un’arma in mano, ribadendo: “Non volevo uccidere nessuno”. Anche Princi è addolorato per la morte del suo amico. Per lui è stata una vicenda dolorosissima. Fa sapere il difensore Massimo Pineschi, che non esclude il ricorso per chiedere la scarcerazione: “Il mio assistito è scosso, è alla sua prima esperienza detentiva, potete immaginare come sta. Valuteremo il ricorso al Riesame dopo avere letto tutti gli atti”.

Intanto proseguono le indagini di carabinieri e procura per capire se ci siano altre persone coinvolte, a cominciare da un possibile finanziatore, nell’acquisto della partita di droga da 70mila euro che si è concluso con la morte del giovane. E dalle carte emergono nuovi dettagli: “Luca non mi ha mai raccontato di liti, timori o minacce ricevute da terze persone, anzi mi ha sempre detto che andava tutto bene e che l’unica cosa a cui mirava era di organizzare una gara in moto su pista”. È il racconto Domenico Marino Munoz, amico di Luca, secondo quanto riporta un verbale allegato a una informativa dei carabinieri.

Dalle carte emerge che anche Luca, come Anastasiya, usava la app Signal, il sistema di messaggistica criptato per cellulari che permette di mandare sms istantanei che si autoeliminano, dunque difficilmente intercettabili. È ancora Munoz che racconta: “Alle ore 22.30 del 23 ottobre ho ricevuto sul mio telefonino cellulare, tramite applicazione Signal, un messaggio da parte di Luca, il quale mi comunicava che era in compagnia della sua fidanzata Anastasiya e che mi invitava a raggiungerlo per bere una birra”. Quella serata, nel pub di Via Bartoloni, sarebbe stata l’ultima prima della morte del 24enne.

Ma torniamo ad Anastasiya.

“Il comportamento di Anastasiya durante l’interrogatorio di garanzia ha dato atto della sua estraneità sull’ipotizzato traffico di stupefacenti”, evidenzia il difensore della ragazza. “Io e Luca siamo assolutamente estranei a questa vicenda”, avrebbe riferito la giovane ai magistrati.

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