Cronaca locale

Pronto l'avviso di sfratto per Casapound: "Reato di occupazione abusiva e odio razziale"

Disposto il provvedimento di sequestro preventivo per la storica sede di Casapound in via Napoleone III all'Esquilino. I reati contestati sono "occupazione abusiva" e "odio razziale". La Raggi esulta: "Giorno storico per la città"

Pronto l'avviso di sfratto per Casapound: "Reato di occupazione abusiva e odio razziale"

Occupato nel dicembre del 2003 per dare riparo alle famiglie italiane in emergenza abitativa il palazzo di via Napoleone III all’Esquilino è diventato il primo "centro sociale" di destra della Capitale. Ora però la storica sede di Casapound rischia di essere smantellata. La stagione degli sgomberi nella Capitale sembrava essersi fermata con l’avvicendamento al Viminale tra Matteo Salvini e Luciana Lamorgese. Invece ieri è stato il viceministro dell’Economia, Laura Castelli, ad annunciare su Twitter l’avvio della procedimento che porterà allo sfratto delle "tartarughe frecciate".

In questo modo la sede principale del movimento rientrerà nella lista, stilata dalla Prefettura di Roma, delle occupazioni da sgomberare in via prioritaria. Tempi e modalità, complice l’emergenza sanitaria in corso, però, non sono ancora stati definiti. Nel frattempo gli agenti si preparano a notificare il provvedimento di sequestro preventivo richiesto dalla Procura della Repubblica ed emanato dal Gip a conclusione di un’indagine condotta dalla Digos di Roma. Il reato per cui si procede è quello di "occupazione abusiva" e "odio razziale".

A finire nel registro degli indagati sono in tutto 16 persone, tutti occupanti e appartenenti all'organizzazione, compresi i vertici del movimento Simone Di Stefano, Gianluca Iannone e Andrea Antonini. Per il momento all’interno del palazzo di via Napoleone III vige il silenzio stampa. "Ancora non ci è stato notificato nulla", si limitano a far sapere, prima di affacciarsi dalle finestre per cantare l'inno d'Italia. È questa la risposta pacifica degli attivisti.

Intanto sul Primato Nazionale, testata vicina al movimento, Davide Di Stefano mette in chiaro: "Lo stabile non sta subendo alcuno sgombero". "Quello che è certo invece - attacca il dirigente del partito - è che Virginia Raggi ieri sera ha inaugurato la propria campagna elettorale, cercando di salvare il crollo di consensi portando a casa il punticino dello sgombero di Casapound, sua ossessione fin dai primi giorni della sua amministrazione".

Ieri sera, secondo quanto si apprende da fonti giornalistiche, sarebbe avvenuto un incontro informale per comunicare la richiesta del Demanio, proprietario dello stabile, di rientrare in possesso dell’immobile. Attualmente all'interno dell’edificio vivono venti famiglie, compresi bambini e anziani. A prenderle in carico dovrebbe essere il Comune, prima di un eventuale blitz delle forze dell’ordine.

Dopo l’annuncio della Castelli ieri la sindaca di Roma, Virginia Raggi, in un tweet aveva esultato: "Finalmente qualcosa si muove su sgombero palazzo occupato abusivamente da Casapound in centro a Roma. Ripristiniamo la legalità". "È un momento storico, una vittoria per la città", ha ribadito stamattina ringraziando la Procura. E paragona la vicenda a quella dei Casamonica: "Anche qui si va a ristabilire la legalità, come è stato fatto quando abbiamo buttato giù i villini dei Casamonica, famiglia storica della criminalità romana: la criminalità va contrastata mostrando che lo Stato c'è, è forte e non arretra".

Lo scorso agosto era stata proprio lei ad ordinare la rimozione della scritta Casapound dalla facciata dell’edificio, innescando una polemica con gli attivisti della formazione di estrema destra.

"È questo il problema di Roma", era il testo dello striscione esposto per replicare all’ordinanza della prima cittadina pentastellata. L’ultimo scontro con i militanti del movimento c’era stato due settimane fa ad Ostia. Nella prima uscita pubblica della fase due la Raggi era stata duramente contestata dal consigliere municipale, Luca Marsella. Il rappresentante di Casapound nel X Municipio l’aveva accusata di fare "passerelle".

Parole che sono costate una querela al consigliere, che all’inizio del mese scorso aveva appoggiato un’altra occupazione, quella delle villette abbandonate del Villaggio Azzurro in via delle Baleniere, di proprietà dell’Aeronautica Militare. Anche in questo caso è stato attivato un procedimento di sgombero. Ad annunciarlo ieri alla Camera è stato il sottosegretario alla Difesa, Giulio Calvisi. "È stata interessata anche l'Avvocatura Generale dello Stato per intraprendere tutte le azioni più opportune per permettere alla forza armata di rientrare nella piena disponibilità dell'immobile", ha reso noto Calvisi in commissione.

"Questi signori hanno criticato, contrastato e negli ultimi giorni anche minacciato il nostro sindaco Virginia Raggi e la sua amministrazione, atti violenti, intimidazioni verbali che aizzano gli affiliati ma che nulla possono contro lo Stato", ha commentato anche la vicepresidente del Senato, Paola Taverna.

"Oggi scopriamo il perchè di questa loro agitazione, sono abusivi e in quanto abusivi verranno sgomberati dal quel palazzo per fare spazio alla gente onesta", ha scritto in un post su Facebook la senatrice grillina.

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