Coronavirus

A Roma i bar devono chiudere, ma i minimarket non rispettano le regole

In un minimarket della periferia Est della Capitale la vendita e il consumo di alcolici va avanti fino a tarda sera, in barba al decreto di Palazzo Chigi: "Sono considerati alimentari ma si comportano come bar". E la Lega chiede più controlli

A Roma i bar devono chiudere, ma i minimarket non rispettano le regole

"Il negozio etnico nigeriano in questo momento, ore 21.05, uno dei tanti classici bar travestiti da market e nel VI municipio non è il solo ad essere aperto questa sera con almeno 20 persone tra fuori e dentro". La denuncia, con tanto di foto, arriva dalla pagina Facebook di Emanuele Licopodio, presidente del Comitato popolare Roma Est. Siamo a Torrenova, in una delle periferie più estreme della Capitale, e qui sarebbero molti i minimarket gestiti dai cittadini stranieri che sembrano non hanno recepito le direttive contenute nel decreto di Palazzo Chigi per bloccare la diffusione dell’epidemia da coronavirus che sta mettendo in ginocchio il Paese.

Nelle immagini si vede un gruppo di persone intenta a consumare bevande sulla soglia dell’attività commerciale. È sera e nonostante il "coprifuoco" imposto dal Campidoglio sono ancora tutti lì. "Fatemi capire la chiusura alle 18 vale solo per gli italiani? Chi controlla?", si domanda l’attivista. Nei commenti sono diversi gli utenti che denunciano situazioni analoghe. Minimarket aperti fino a tardi, addirittura "tutta la notte".

"Queste attività, in teoria, sono trattate come negozi di alimentari, ma in pratica, complice la vendita di bevande alcoliche, finiscono per diventare il punto di ritrovo di decine di persone, come se fossero veri e propri bar", ci spiega Licopodio, che ha segnalato l’episodio al 112. Le forze dell’ordine sono intervenute poco dopo allontanando i clienti. A chiedere al sindaco e alla giunta di intensificare i controlli nei confronti di questo tipo di attività è il capogruppo della Lega in Campidoglio, Maurizio Politi.

I minimarket "non rispettano le prescrizioni dei decreti governativi, ed ancor più, complice la vendita di bevande alcoliche, si creano all’esterno degli assembramenti di avventori", fa notare il consigliere comunale in un ordine del giorno che sarà presentato oggi in aula Giulio Cesare. "Tali comportamenti – prosegue il documento - rappresentano un serio rischio per la salute pubblica in questa drammatica fase dettata dall’emergenza sanitaria in atto sul territorio nazionale, oltre che essere vietati dalle attuali disposizioni normative".

Per questo l’appello alla giunta pentastellata è che si "ponga in essere ogni misura e azione atta a favorire l’intensificazione dei controlli da parte delle autorità preposte, circa il rispetto da parte delle attività di vendita di generi alimentari gestiti da persone di origine straniera, delle misure di sicurezza che prevedono una distanza minima tra le persone ed altresì il rispetto del divieto di assembramenti all’interno ed all’esterno dei locali stessi".

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