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Romeno scagionato 2 volte dal Dna ma resta in cella per altro stupro

RomaSono favorevoli ai due romeni in carcere per lo stupro della Caffarella anche gli ulteriori accertamenti scientifici disposti dalla Procura di Roma. Le analisi compiute dalla genetista Carla Vecchiotti avrebbero confermato che il Dna estratto dai mozziconi di sigarette trovati sul luogo dell’aggressione e dai tamponi eseguiti sulla vittima non è di Alexandru Isztoika Loyos, 20 anni, né di Karol Racz, 36 anni, gli immigrati arrestati con l’accusa di aver violentato la ragazza di 14 anni mentre passeggiava con il fidanzatino in un parco della capitale il giorno di San Valentino. I due profili genetici in mano agli investigatori non sono riconducibili neppure a quest’ultimo, al quale era stato prelevato il Dna per chiarire con maggiore precisione l’appartenenza dei codici estrapolati dai reperti dopo che i primi esami avevano dato esito negativo e per mettere a tacere «fantasiose» ipotesi circolate negli ultimi giorni.
Gli esperti della scientifica sono ancora al lavoro per ultimare le analisi sui vestiti indossati dalla ragazzina e su altri oggetti, tra i quali l’impermeabile, sequestrato soltanto due giorni fa, con cui la titolare del bar che per prima soccorse i due giovani coprì la vittima subito dopo la violenza. Ormai, però, quella che solitamente viene considerata la prova regina di un’inchiesta giudiziaria sarà utile piuttosto alla difesa per cercare di ottenere la scarcerazione di Loyos e Racz lunedì prossimo davanti al Tribunale del riesame. Saranno i giudici a stabilire se abbia più peso, ai fini di una misura cautelare, un accertamento biologico o le prove testimioniali, che in questo caso sono due e apparentemente schiaccianti: il riconoscimento di Loyos effettuato («senza ombra di dubbio») dalla ragazza e la dettagliata video-confessione (poi ritrattata) del «biondino», in cui forniva particolari che soltanto chi ha avuto un ruolo nell’aggressione poteva conoscere.
Il quadro accusatorio, in ogni caso, non si sposta di un millimetro. Anzi dalla Procura arriva un nuovo macigno per Karol Racz, quello con la faccia da pugile.

Proprio quando cominciava ad assaporare la libertà, è stato raggiunto in carcere da una nuova ordinanza di custodia cautelare per un’altra violenza sessuale, compiuta a Primavalle lo scorso 21 gennaio su una donna di 40 anni. A firmare il provvedimento, chiesto dal pm Nicola Maiorano, è stato il gip Silvia Castagnoli dopo che la vittima aveva riconosciuto il romeno nel corso di un incidente probatorio.

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