Ronaldinho si confessa: "Il numero 1 è tornato"

Il brasiliano: "Tornerò il più grande, anzi ho cominciato con il derby. La rete all'Inter è una delle più belle soddisfazioni della mia carriera. A Barcellona s'era rotto qualcosa, per fortuna ho trovato il Milan"

Ronaldinho si confessa: "Il numero 1 è tornato"

Milanello - Si fa notte ad attendere Ronaldinho, nel collegio di Milanello. Ci sono le prime ombre della sera quando risale dai vialetti, raggiunge la sorella Deisi e il cognato Sergio, la sua scorta famigliare, prima di sedersi sul divano bianco a parlare, per la prima volta, del Milan e di tante altre cose con due giornali italiani. Per lui non è solo lavoro, duro, ma anche divertimento: finito il turno con Ancelotti, passa alle cure di Filippo Galli in gare sfiziose, prendere la traversa da 30 metri (ve lo ricordate lo spot famoso? Bene, lui ci prova tutti i giorni), e poi resta da solo a palleggiare e tirare in porta con un volontario, Abbiati ieri.

Caro Ronaldinho, cominciamo dal primo gol italiano: è stato il più bello della sua carriera?
«Uno dei più belli. Ciascuno dei miei gol, fatti in Brasile e a Parigi, quando ero a Barcellona e in nazionale, mi hanno procurato grandi emozioni e particolare felicità. Questo è il primo, realizzato in un derby, e ho cercato nella mia memoria se ce ne stati altri dello stesso valore, magari nel derby col Marsiglia in Francia».

Ci racconti l'impatto col calcio italiano: facile, difficile o come?
«Non credo sia più difficile, di sicuro è diverso. Diverso per l'aspetto tattico, diverso per l'aspetto fisico, diverso per le abitudini che hanno le squadre italiane e i loro allenatori. Devo completare il mio periodo di adattamento velocemente. Per questo sono rimasto a Milanello nella pausa».

Molti critici scrivono: Ronaldinho gioca da fermo. Quanto tempo ci vorrà per vedere il Gaucho volare?
«Non so quanto tempo impiegherò ma so che tornerò il numero uno. In questo momento non sono al 100% e non mi piace nemmeno indicare una percentuale: oggi vai forte, domani meno, capita così. Lavoro e sodo, tutti i giorni, per tornare al più presto a un eccellente stato fisico».

E il calcio italiano come le sembra?
«Molto competitivo, duro ma leale, per niente violento».

Sostiene il presidente Berlusconi che deve giocare più avanti e più centrale per guadagnare qualche rigore in area: che ne pensa?
«Che il presidente ha ragione. E che verrà tutto naturale, quando avrò la migliore condizione fisica. Allora non ci sarà bisogno di giocare a destra o a sinistra, avanti o indietro. Non è un grande problema, per me, la posizione in campo».

Galliani dice che «è un miracolo vedere Ronaldinho giocare tre partite di fila»: siamo a questo punto?
«Ho bisogno di giocare, ogni partita aggiunge qualcosa ai miei muscoli. E giocando posso riprendere lo smalto di cui ho bisogno dopo essere rimasto molto tempo fermo, per infortunio, nell'ultima stagione a Barcellona».

Come va con Ancelotti?
«Rapporto idilliaco: mi aiuta molto, non parla tanto, mi spiega quel che serve per essere utile al Milan. Nei miei momenti più difficili, non si è mai mostrato preoccupato».

Molti temevano il duello intestino con Kakà e Seedorf...
«Solo chi non mi conosce poteva immaginarsi problemi del genere. Con Kakà l'intesa è perfetta, Seedorf è uno dei migliori calciatori al mondo».

La parola d'ordine di Kakà è questa: il talento, da solo, non basta. È dello stesso parere?
«Certo, sono d'accordo. Quando la palla l'abbiamo noi, possiamo farla cantare ma quando passa ai nostri rivali, allora bisogna mettersi in posizione e correre».

Com'è stata l'esperienza di Pechino?
«Molto bella, per certi aspetti indimenticabile. Era uno dei miei sogni da bambino partecipare alle Olimpiadi e tornare a casa con una medaglia. Ci sono riuscito, ne sono orgoglioso».

Scusi la curiosità, Ronaldinho, ma è vera la storia della calciatrice svedese Johanna Almgren che voleva sposare?
«Assolutamente no. Può capitare di ammirare una bella ragazza e magari di commentare con gli amici: toh, guarda che guapa, ma non ho mai chiesto a nessuno di sposarmi».

Divennero famose le sfide di Champions col Chelsea di Mourinho: che pensa di lui?
«È uno dei migliori allenatori al mondo, lo rispetto e lo ammiro per come lavora, per i risultati conseguiti e il rapporto con i calciatori. Mi dispiace solo che in occasione del derby non sia riuscito a salutarlo personalmente».

Ronaldo vuole tornare al calcio: è una buona idea?
«Non gli ho parlato, non conosco i suoi programmi ma so che farebbe bene a tornare a giocare con noi perché il calcio ha bisogno di uno come lui».

I pronostici confermano: Inter favorita numero uno per lo scudetto. E il Milan? E che cosa succede alla Juve?
«Io rispetto l'Inter e il valore dei suoi campioni. Ha appena vinto lo scudetto ed è naturale che parta da favorita. Ma il Milan non ha niente in meno rispetto all'Inter. Quel che succede alla Juve è normale: hanno tempo e talento per superare la prima curva».

Quali sono le stelle del calcio italiano?
«Grandissimo Ibrahimovic, poi Del Piero, e ancora Adriano. Basta guardarsi intorno per vedere campioni».

Chi è il candidato di Ronaldinho per il Pallone d'oro?
«Se potessi decidere io lo destinerei ai miei amici, Messi e Kakà. Sono miei amici e ho per loro particolare stima. Può vincere Cristiano Ronaldo: col suo Manchester ha avuto un'annata straordinaria».

Cosa si è rotto nel rapporto col Barcellona?
«Nel calcio succede: se vinci, e noi abbiamo vinto tutto, va tutto bene. Appena non vinci più, i rapporti si incrinano, i tifosi protestano, e qualcosa si rompe. Per fortuna io ho trovato il Milan».

Col pubblico italiano va tutto a meraviglia...
«È vero e funziona anche con i tifosi di altre squadre. Me ne accorgo quando viaggio col Milan in campionato, a Genova e a Reggio Calabria, a Cagliari. Francamente non ho una spiegazione: mi vogliono bene e basta, mi sentono come un loro amico».

Cosa conosce dell'Italia?
«Troppo poco, purtroppo. Sono appena passato dall'albergo di Milano a una casa alla periferia di Varese. Mi piacerebbe visitare molte città e far visita al Papa».

A giudicare da quel che scrivono in Brasile, le piacciono anche le discoteche. Anche il presidente Berlusconi fa qualche salto...
«Nel proprio tempo libero, ognuno è libero di fare quel che vuole e di divertirsi un po'».

Cosa può promettere ai tifosi

del Milan?
«Spero di regalare loro altre serate allegre come quella del derby».

Quanto tempo dedica al look?
«Quello necessario. Se non ho fretta, me la prendo comoda. Altrimenti via...».

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