Ronaldo e Inzaghi per stupire e giocarsi un posto in coppa

Prima volta insieme. Ancelotti: «Pippo è ideale in profondità, Ronie ama tornare a metà campo». Ma con l’Arsenal c’è posto per uno

nostro inviato a Milanello

La strana coppia è l’ultima risorsa del Milan per inseguire il suo obiettivo numero due, la rimonta al quarto posto. La strana coppia è quella formata, in attacco, da Pippo Inzaghi e da Ronaldo, insieme per la prima volta dopo tredici mesi, insieme dall’inizio con il dichiarato intento di batter cassa in attesa del ritorno dei soliti noti, Kakà e Pato per capirsi, afflitti da acciacchi di piccolo conto. La strana coppia non altera i confini tattici tradizionali del Milan (due punte e un trequartista alle spalle) e di Ancelotti che la scolpisce con una elementare descrizione: «Uno, Pippo, gioca in profondità, sempre in area, l’altro, Ronie, predilige rientrare a metà campo e speriamo risolva i suoi problemi». Bastassero il loro passato e il loro appeal, per il Milan non ci sarebbero timori di sorta col Siena.
A dispetto persino dall’intesa tutta da costruire, limare, perfezionare nei primi novanta minuti della stagione. «Io vado d’accordo con chiunque» detta Inzaghi ai suoi agiografi e quel chiunque non è certo termine dispregiativo, semmai testimonia della voglia di passare per un attaccante universale, pronto a dialogare con chiunque come si evince in modo didascalico dal grafico che qui sotto pubblichiamo e che smentisce qualche luogo comune di troppo. E cioè, per esempio, che Inzaghi ha l’abitudine di «cannibalizzare» il proprio partner come venne in mente a qualcuno ai tempi della Juve e del dissidio con Del Piero, a Torino.
Nella strana coppia in campo oggi contro il Siena, Inzaghi sta meglio di Ronaldo, per cominciare. Ha più gamba nonostante sia assente da più tempo, dalla domenica del derby del 23 dicembre deciso dalla «paperissima» di Dida: pestone di Samuel con micro-frattura a un dito del piede sinistro. Ronaldo è reduce dall’ennesima lesione muscolare al famoso polpaccio e sta risalendo la china, lentamente. Si allenasse con maggiore lena, potrebbe diventare l’arma letale del Milan di oggi «Preoccupato - come ammette lo stesso Ancelotti - dall’arrivo dell’Arsenal». «Ronaldo sta come quando tornò col Napoli dopo la sosta, più o meno» l’elemento fornito dal tecnico che naturalmente firmerebbe subito per ottenere la stessa resa, un paio di gol facili facili, rifilati sulla schiena di Iezzo. Per l’emergenza rivolgersi alla panchina col giovane Paloschi.
È un Ronaldo ancora sulla via del recupero, perciò, «a cui bastano anche dieci minuti per fare bene» parole e speranze di Ancelotti, ma determinato a conquistarsi il credito necessario per candidarsi alla sfida con l’Arsenal in Champions. E questo è il solo argomento sul quale la strana coppia rischia di dividersi. Perchè Inzaghi sembra fatto apposta per giocare le sfide continentali, mentre Ronaldo assente da oltre 18 mesi in coppa Campioni ne deve fare di strada per mettersi al passo di Kakà e Pato, oltre che dello stesso SuperPippo, l’eroe di Atene, Montecarlo e Yokohama. La strana coppia ha bisogno di intese da inventare al momento, ma anche di una musa ispiratrice che possa rimpiazzare Kakà: per l’occasione si presenta Seedorf uscito col muso lungo dalla sfida di Firenze, rimasto a riposo fino a giovedì ma poi, grazie a un fisico bestiale, capace di mettersi al passo (ancora una volta Gourcuff non convince da trequartista negli allenamenti) e consentire al Milan di testare la consistenza di Emerson.
Già, il vecchio e lento Emerson, il puma degradato a gattone.

La sua presenza consente a Pirlo di giocare mediano laterale tornando utile agli schemi d’attacco nonostante le controindicazioni di Ancelotti in materia («è il più forte centrale al mondo»). E non si tratta di riconoscenza. Quella vale semmai per Weah diventato ambasciatore per Africa e Usa. Ma questa è un’altra storia.

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