La rossa Emilia Romagna ha paura degli immigrati

Sorpresa: in Emilia Romagna il cittadino medio, che come si sa, è soprattutto un elettore di sinistra, è preoccupato per la forte presenza degli stranieri, per la relativa tenuta del welfare e per i rischi sociali sull’ordine pubblico. Che qualcosa stesse cambiando nell’opinione pubblica di sinistra in merito agli immigrati lo si era capito. Quando, però, a certificare il cambiamento in atto è una ricerca come quella fatta dall’Istituto Cattaneo su commissione della stessa Regione Emilia Romagna, le cose assumono un significato diverso. In questo studio sul campo realizzato da Asher Colombo dal titolo Gli stranieri e noi si legge: «Ci sono 184 donne ogni 100 uomini che pensano che gli immigrati siano solo o soprattutto uno svantaggio». Lo pensano le donne. In Emilia Romagna. Non c’è dubbio: qualcosa sta cambiando.
La regione rossa per eccellenza è oggi seconda soltanto alla Lombardia per incidenza di popolazione straniera regolarmente inscritta all’anagrafe. Il 7 per cento della popolazione residente nella regione è straniera. Nelle province di Modena e Reggio si è sopra l’8 per cento. Un bambino emiliano-romagnolo su sei nati è straniero, ma a Piacenza e Modena il rapporto è un bambino su cinque. Dunque, in Emilia Romagna la presenza degli immigrati regolari è consistente. Tuttavia, i cittadini italiani dell’Emilia Romagna sono preoccupati per la tenuta dello Stato sociale «di fronte alla pressione delle famiglie immigrate» e per la sicurezza. Quanti sono preoccupati? Più della metà per ciò che riguarda il welfare.
«Oltre tre quarti del campione pensa che gli immigrati causino una crescita dei reati». Siamo, dunque, su numeri che annullano la differenza tra destra e sinistra. In Emilia Romagna, per esser chiari, si ritiene che gli immigrati aumentino la criminalità, che approfittino del sistema del welfare, che bisognerebbe dare la precedenza agli italiani nell’assegnazione delle case popolari. In particolare, la ricerca dimostra che c’è apertura verso gli immigrati quando si tratta di temi più o meno «generici» come la cultura e la religione, ma quando si passa a fatti più tangibili e immediati allora le cose cambiano. Così ben tre donne su quattro con titolo di studio di scuola media dell’obbligo o inferiore pensano che gli immigrati abusino del sistema di protezione sociale. Solo un pregiudizio più radicato tra le donne piuttosto che tra gli uomini? In realtà, sono proprio le donne a percepire maggiormente tale rischio «perché sono generalmente loro a interagire con i servizi pubblici».

Che fare? La ricerca prende in considerazione anche delle soluzioni come, ad esempio, quella di dare la precedenza alle famiglie italiane per l’assegnazione di abitazioni o di lavoro. Politiche che trovano il favore e il consenso anche tra gli elettori del centrosinistra e della sinistra. Qualcosa è cambiato. Qualcuno faccia leggere Gli stranieri e noi a Prodi.

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