da Donington
Tredici anni e 199 Gp dopo, Valentino Rossi ha lo stesso entusiasmo del 31 marzo 1996, quando in Malesia disputò la sua prima gara iridata, conquistando il sesto posto con l'Aprilia 125. «Questo traguardo - commenta Valentino, che a Donington festeggerà la sua 200ª gara iridata - mi fa sentire un po' vecchio... Ci arrivo, però, da primatista del mondiale: un aspetto molto importante e positivo, perché vuol dire che sono sempre al massimo anche dopo 200 gare».
Un dato tutt'altro che secondario, perché nessun altro pilota dell'era moderna è riuscito a mantenersi a così alto livello per così tanto tempo. Durante la sua carriera, Valentino ha corso - e quasi sempre vinto - contro differenti generazioni di campioni: Ueda in 125, Harada e Capirossi in 250, Biaggi in 500, Gibernau e nuovamente Biaggi e Capirossi in MotoGp. Tra tutti questi, solo Capirossi è ancora in pista, mentre da qualche stagione, nuovi campioni sfidano Rossi, come Stoner, Pedrosa, Lorenzo. Ma il fenomeno di Tavullia è sempre lì, a dare fastidio, per nulla appagato da 7 mondiali, 91 vittorie, 141 podi e 50 pole position.
«Per me la domenica della gara - si emoziona ancora Valentino - è sempre come la prima volta in Malesia. Nessun segreto, però, non è un qualcosa che puoi programmare o decidere. È un qualcosa che a me viene naturale, il gusto di confrontarsi con gli altri, di essere sempre competitivo».
Il 200° Gp non è iniziato nel migliore dei modi, con Stoner primo nelle libere e quasi imprendibile, come è accaduto spesso nel 2007, mentre Rossi è terzo e staccato, costretto a inseguire. Ma mai dare per vinto Valentino. «Fatichiamo tutti - analizza la giornata - tranne Casey. Ma abbiamo tutto per poter recuperare».
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