Rossi e Stoner, due delusi pronti al colpaccio

da Le Mans

Daniel Pedrosa (primo) è piccolo, sorride poco, ma in moto va fortissimo. Colin Edwards (secondo) è grande e grosso, parla un texano quasi incomprensibile, scherza spesso e nel giro singolo è davvero veloce, ma in gara, spesso e volentieri, si perde. Casey Stoner (terzo) non è quasi mai contento, è l'unico al mondo a riuscire a guidare la Ducati, è il campione del mondo e non ha paura di niente e di nessuno. Valentino Rossi (quarto) è il motociclismo, l'unico pilota conosciuto in tutto il mondo, simpatico alle nonne come ai bambini. Avrebbe potuto ritirarsi da un sacco di tempo, avrebbe potuto guidare la Ferrari in F1, invece è sempre lì, a giocarsela, a mettersi continuamente in discussione. Jorge Lorenzo (quinto) è un tenero sbruffone, guida con due caviglie rotte, ma questo non lo rallenta, anzi. Sembra infischiarsene del rischio e dopo essere caduto venerdì e sabato mattina, ieri pomeriggio è finito nella sabbia a circa 260 km/h. «Ho avuto paura di ammazzarmi» ammetterà poi candidamente, anche se poco prima era subito tornato in sella ottenendo un ottimo risultato.
Il motociclismo è bello e appassionante anche per questo: c'è un grande equilibrio e, soprattutto, i suoi protagonisti sono personaggi speciali. «Siamo tutti molto vicini - racconta Vale, che ha perso la prima fila per un niente -, con differenze di centesimi: è difficilissimo fare un pronostico, speravo nella prima fila». Il favorito, però, sembra essere Pedrosa, alla prima pole stagionale, ottenuta di forza contro un Edwards che fino a pochi secondi dalla fine sembrava praticamente imbattibile. «Daniel - conferma Rossi - qui va molto forte, sarà dura arrivargli davanti, ma io comunque ci proverò. Poi c'è Stoner che, come ho sempre detto, è uno dei principali favoriti al campionato e qui è tornato velocissimo, dopo qualche Gp difficile. Sarà una gara combattuta, con un grande equilibrio anche tra Michelin e Bridgestone. Bisognerà partire bene e non sbagliare niente».
Dopo il successo in Cina, Rossi cerca la doppietta, un qualcosa di normale in passato, ma che adesso non riesce a centrare dal 2006, quando in otto giorni vinse prima al Mugello, poi a Barcellona. E bisogna anche sfruttare l'occasione per arrivare nuovamente davanti a Lorenzo, scomodo compagno di squadra.

«Le mie condizioni fisiche sono simili alla Cina (finì quarto, ndr) - racconta Jorge seduto sulla sedia a rotelle -. È vero, sono caduto sia venerdì sia sabato e nelle qualifiche ho preso un rischio pazzesco: ma questo è il motociclismo e in passato ho corso in condizioni ben più difficili».

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