Rossi non molla: riscriverà lui le regole

Il commissario, amareggiato per le sentenze miti, incassa la fiducia del ministro Melandri: «È la figura giusta per un compito delicato»

Marcello Di Dio

da Roma

Guido Rossi non molla. Forte dell’appoggio di chi lo ha scelto per «traghettare» il calcio nel suo periodo più buio. Certo, l’amarezza del professore milanese era grande dopo aver ascoltato le «miti» sentenze della Corte federale. Tanto che, proprio ai collaboratori più stretti, aveva esternato molte perplessità sul proseguimento del lavoro iniziato il 16 maggio scorso. E alla stregua di un governo che chiede la fiducia in casi difficili, anche Guido Rossi ha adottato la stessa mossa. In pratica, un giro di telefonate «istituzionali» per verificare se fosse stato abbandonato, visto che molti in casa Ds cominciavano a guardare con preoccupazione al lavoro del professore.
E le assicurazioni sono arrivate, in primis dal ministro Giovanna Melandri, che aveva consigliato Rossi a Petrucci per il ruolo di commissario straordinario Figc. Nell’incontro di ieri al ministero Rossi ha chiesto: «Devo andare avanti?». «Tenga duro», ha risposto la responsabile del dicastero dello sport, una spinta a guardare avanti e al lavoro ancora da compiere. E la fiducia viene rinnovata anche in maniera ufficiale. «Rossi ha un compito importante e delicato - il giudizio del ministro -. Deve riscrivere le regole sui controlli del sistema arbitrale e finanziari sulle società, ma anche per quanto concerne la giustizia sportiva. La notizia di sue dimissioni è solo un pettegolezzo che non vale nemmeno la pena di commentare. Bisogna andare avanti assieme a lui con serenità per riscrivere le regole».
E la fiducia a Guido Rossi, nonostante i rapporti conflittuali degli ultimi giorni con il massimo ente sportivo italiano, potrebbe arrivare anche dalla giunta Coni di martedì prossimo che avrà all’ordine del giorno proprio un punto sulla federcalcio e sulla gestione commissariale. Quindi, pur contrariato dalla piega che hanno preso gli avvenimenti, Rossi continua per la sua strada, conscio delle difficoltà che si stanno presentando. Ma chi lo conosce bene, rivela che ora potrebbe giocarsi la sfida fino all’ultimo minuto. Ovvero il 16 novembre, termine della scadenza del suo mandato di sei mesi oltre il quale non vorrebbe andare.
Ieri ha trascorso l’intero pomeriggio nella sede della federazione in via Allegri, scegliendo di entrare dall’ingresso secondario per evitare i cronisti. Gli impegni erano diversi e tutti importanti: l’incontro, insieme al vice Demetrio Albertini, con i nuovi responsabili dell’Under 21, Casiraghi e Zola, ma anche con il dottor Ferretti, che da agosto tornerà nello staff della nazionale maggiore con il collega Zeppilli. Nel pomeriggio ha dovuto stilare la classifica del nostro campionato alla luce delle sentenze della Corte federale, consegnando all’Uefa (che aveva concesso una proroga di 24 ore proprio per attendere la fine del processo sportivo) la lista delle squadre iscritte alle Coppe Europee 2006-07. Infine ha dovuto sciogliere il nodo dello scudetto non assegnato nella stagione da poco conclusa. Nei prossimi giorni si dividerà tra gli impegni processuali e qualche anticipo di vacanza. Poi lo attenderà l’audizione della commissione giustizia del Senato a proposito dell’utilizzo delle intercettazioni nell’inchiesta sportiva.


Da registrare, infine, una precisazione della Figc sulla polemica scatenata dalla senatrice di Fi Maria Burani che ha accusato il vice di Rossi, Nicoletti di avere rapporti con la Saras della famiglia Moratti. «Il vicecommissario della Figc, avvocato Paolo Nicoletti - precisa la federcalcio - non ha alcun rapporto con la Saras».

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