Marcello Di Dio
da Roma
Le istituzioni del calcio non sembrano preoccupate dopo la mossa del Cda della Juventus. La Federcalcio, pur con rammarico, prende atto della decisione della società bianconera ricordando le possibili conseguenze a livello internazionale per il club, mentre il presidente della Lega Antonio Matarrese sottolinea che i programmi non saranno modificati: «I calendari, ricorsi o no, verranno varati il 30 agosto».
Il commissario straordinario Guido Rossi non è stato colto di sorpresa dalla decisione del club juventino. La sua linea resta quella della fermezza e del rispetto delle regole. Ora, come recita un comunicato di via Allegri, la Figc «esporrà le proprie posizioni nelle sedi opportune con piena fiducia e rispetto delle istituzioni e degli organi di giustizia. La Juve è uscita dallalveo della giustizia sportiva nazionale e internazionale», quindi potrebbe rischiare delle sanzioni pesanti come lesclusione dalle competizioni europee. Da Rossi era già arrivato un avvertimento ai bianconeri il 9 agosto, quando rese nota una lettera inviata dal presidente della Fifa, Joseph Blatter, ai vertici di Coni e Figc. Lettera nella quale si rimarcava «lobbligo di non fare ricorso alla giustizia ordinaria, previsto dallo Statuto per la Federazione e per le società. Una violazione delle norme imposte porterebbe delle conseguenze a carico della Figc». Nonostante questo, la Juve ha deciso di andare avanti, ma lo farà anche la Federcalcio.
E non si ferma neppure la Lega del neopresidente Antonio Matarrese. Lentrata in scena del Tar non modifica i programmi: «Il programma resta quello già stabilito - dice Matarrese -. Non mi posso comportare diversamente. Come faccio a non presentare i calendari? Cosa faccio, blocco tutto il campionato?». Tar o non Tar, quindi, il 30 agosto al Salone dOnore del Coni nasceranno i nuovi tornei di A e B. «Dobbiamo rispettare tutti gli altri, così come rispettiamo la Juventus - evidenzia il numero uno di via Rossellini -. Io sono consapevole del dramma di questa grande società, però, oltre a questo, non posso fare altro».
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