Dopo Rossi, una stangata bis a Capirossi: "Evaso un milione"

Nel mirino del fisco un altro campione del MotoGp. Loris risulta residente a Montecarlo e nullatenente in Italia. Il pilota Ducati, che ha già un contenzioso aperto, accusato di aver fittiziamente venduto tutti i propri beni per sottrarli alle tasse

Dopo Rossi, una stangata bis 
a Capirossi: "Evaso un milione"

da Pesaro

Il fisco non concede un attimo di tregua ai piloti italiani della MotoGp. Loris Capirossi, 34 anni, bolognese di Castel San Pietro Terme e seconda guida della Ducati, è di nuovo nel mirino, per non avere dichiarato un milione e 300mila euro, relativi al 2002. Dal '95 gli sono già stati contestati in tutto 12 milioni di euro di compensi non dichiarati, compreso l'ultimo accertamento, inviato da poche settimane. Da tempo è in lite con le commissioni tributarie, per i 9 milioni non dichiarati dal '95 al 2000, sui quali si attende ancora l'ultimo grado di giudizio, dopo il doppio parere negativo già incassato. Il contenzioso prosegue perché Capirossi continua a dichiararsi residente nel principato di Monaco, ha presentato ricorso in cassazione e farà opposizione anche per quest'ultimo accertamento da un milione e 300mila euro.
Nel frattempo ha venduto tutti i suoi beni italiani, così da risultare nullatenente. Sulla villa di Riolo Terme (Ravenna), acquistata da una società ma usata dal pilota romagnolo, l'agenzia delle Entrate ha fatto iscrivere ipoteca e chiesto di dichiarare simulato l'atto di acquisto. A gennaio l'agente della riscossione ha notificato l'atto di pignoramento alla Ducati corse, ricavando secondo indiscrezioni soltanto un paio di biciclette.
Era l'agosto del 2005 quando entrò per la prima volta nel club dei vip evasori. L'agenzia delle entrate scoprì che tra il '95 ed il '98 non aveva dichiarato redditi per otto milioni di euro. Con una serie di controlli incrociati il fisco si convinse che usava Monaco come residenza di copertura.
Gli ispettori sono convinti che Capirossi abbia mantenuto in Italia il suo domicilio, inteso come interessi economici, sociali e morali e per questo dovrebbe pagare le tasse nel nostro Paese.
La commissione tributaria dell'Emilia Romagna ha ritenuto legittimi gli atti impositivi dell'Agenzia delle Entrate per il periodo '95-'98 e così recupera l'Iva evasa. Capirossi è ritenuto il reale percettore dei soldi di contratti di sponsorizzazione stipulati tramite una società di diritto olandese, che l'Agenzia ha considerato creata ad hoc. Alla società dei Paesi Bassi sono state cedute il diritto di sfruttamento mondiale dell'immagine di Capirossi e la gestione dell'attività agonistica, secondo il fisco però avrebbe un ruolo di assoluto secondo piano, con il pilota diretto contraente dei contratti firmati personalmente.
Dal '95 al '98, il due volte campione del mondo nella 125 e una iridato nella 250, aveva mantenuto quei 5 conti correnti bancari, con movimentazioni d'importi ragguardevoli e la disponibilità della villa, acquistata per interposta società, nella quale si recava con frequenza.
«Ora la nuova iniziativa nei confronti di Loris - commenta il manager Carlo Pernat - è assurda. La nostra posizione è di totale tranquillità perché vive veramente a Montecarlo, non capisco cosa gli si possa contestare. In Italia non è proprietario di niente, ama abitare nel principato e lì ha pure fatto nascere suo figlio».
Ingrid Tence, presenza fissa al fianco di Capirossi, nei box di tutto il mondo, ha dato alla luce Riccardo il 2 aprile.
«A Monaco Loris ha pure i suoi amici, in Romagna ritorna solo per le riunioni con la Ducati e per vedere la madre».
Fra parentesi, Capirossi è destinato a lasciare la Ducati, a fine stagione.
«Al 90% andrà alla Suzuki - rivela Pernat -. Dovremmo dare l'annuncio a Brno (Repubblica Ceca), alla ripresa del Motomondiale, il 19 agosto».


La Ducati si è già presa Marco Melandri, naturalmente conferma il leader del Mondiale Stoner, per il 2008 aveva offerto a Capirossi una terza moto che lui rifiuta. Ha ancora tanta voglia di correre, quando smetterà vorrebbe aprire una concessionaria di automobili.
Ovunque vada, qualsiasi affare faccia, il fisco italiano continuerà a braccarlo.

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