A Rovigo la sinistra copia le ronde

Il Comune recluta i volontari della sicurezza Avranno uno «stipendio» fino a 260 euro

nostro inviato a Rovigo
Chi l’ha detto che le ronde notturne sono un’esclusiva della Lega Nord? Visto il favore con cui in Veneto sono state accolte (nella sola provincia di Treviso oltre 200 persone hanno telefonato al numero verde per offrirsi come volontari) anche le amministrazioni locali di sinistra decidono di adeguarsi. A Padova il sindaco diessino Flavio Zanonato ha lanciato i «vigilantes della solidarietà» valorizzando le associazioni attive nel sociale, iniziativa a metà fra gli scopi di integrazione e quelli di sorveglianza. A Rovigo, sempre amministrata da una giunta di centrosinistra, il Comune sta invece organizzando ronde vere e proprie anche se è vietato chiamarle così.
Il nome ufficiale deciso dai polesani è «volontari della sicurezza». Saranno reclutati dal municipio in virtù di un bando di concorso che scade il 14 febbraio, lavoreranno a supporto della polizia municipale soprattutto nella periferia e nelle frazioni di Rovigo. Avranno giubbino di riconoscimento, ricetrasmittente e cellulare a carico dell’ente locale e saranno incaricati di segnalare alle forze dell’ordine le irregolarità ma anche le situazioni di disagio. I volontari saranno scelti e addestrati dai vigili. Requisiti: buona salute, fedina penale pulita, disponibilità da sei a 18 ore settimanali (come un insegnante a tempo pieno), niente turni di notte (non escono nemmeno i vigili), paga fino a 260 euro mensili. L’amministrazione ha già stanziato 242mila euro per un anno, di cui 60mila derivanti da un contributo regionale. Si parte a marzo.
La giunta di Rovigo sottolinea le differenze con le ronde padane e la «giustizia fai-da-te». Spiega Nadia Romeo, giovane assessore alla polizia municipale: «L’obiettivo è migliorare il livello di sicurezza effettiva e percepita dai cittadini, evitando operazioni stile camicie verdi. Non ci facciamo giustizia da soli ma promuoviamo i valori della legalità e della collaborazione con la giustizia. Non cerchiamo gente supermuscolosa ma persone sensibili che sappiano ascoltare le segnalazioni dei cittadini». Accanto all’istituzione dei volontari, il Comune distribuirà nelle case opuscoli con consigli su come aumentare l’incolumità personale ed evitare le truffe e installerà nuove telecamere in città.
Problema sempre più sentito, dunque, quello della sicurezza. Tra Veneto e Friuli sono già 35 le località (compresi capoluoghi come Padova, Treviso, Udine e Trieste) dove le ronde hanno cominciato a girare o lo faranno presto. La città meglio organizzata è Treviso, da dove poche settimane fa è stata lanciata l’idea di affiancare le forze dell’ordine ufficiali con volontari per presidiare meglio il territorio. La Lega Nord presenterà ufficialmente tra qualche giorno la nuova associazione regionale che radunerà le camicie verdi: si chiamerà «Veneto sicuro».
Le pattuglie di sorveglianza leghiste hanno intanto varcato i confini: il quotidiano della sinistra francese Libération ha dedicato loro un ampio reportage dal titolo «Italia, le ronde nauseabonde della Lega Nord».

Il fatto curioso è che sul sito Internet del giornale le reazioni dei lettori non sono tutte così scandalizzate, il paragone tra la Lega e il Front National di Le Pen viene respinto e si definisce esagerata l’equiparazione tra «neonazisti» e «persone normali che vanno in pattuglia di notte senza armi, solo come atto di presenza».

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