Rubati due chilometri di rame. Scuole al buio e lezioni a rischio

Ad agosto il furto dei cavi che alimentano il liceo Cavalleri e l'It Maggiolini. Il preside: "Ho fatto subito la denuncia"

Rubati due chilometri di rame. Scuole al buio e lezioni a rischio
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L'ultima comunicazione sul sito della scuola è datata 20 agosto. E avvisa: "A causa degli eventi degli ultimi giorni la scuola non raggiungibile telefonicamente. Per contatti che rivestono carattere di urgenza si prega di utilizzare esclusivamente la posta elettronica". Gli "eventi" a Parabiago sono ormai noti e oggetto anche di denunce, le prime già a luglio. Due scuole, il liceo Cavalleri (Scientifico tradizionale e Scienze applicate, Linguistico e Scienze umane per 54 classi) e l'istituto tecnico Maggiolini sono al buio, niente corrente elettrica, nessun computer funzionante, segreteria ferma se non grazie alla buona volontà del personale che opera da casa, esami di riparazione a rischio e inizio delle lezioni pure. La causa? Un furto. Anzi un mega furto di due chilometri di rame che alimentavano la cabina elettrica condivisa dalle due scuole. A luglio i primi segnali: improvvisi blackout, interi corridoi senza luce. Poi l'amara scoperta: i cavi che erano stati tranciati e portati via. "Aprivamo i tombini e non trovavamo più nulla racconta il dirigente scolastico del Cavalleri, Simone Finotti prima 200 metri, poi 800. Alla fine ci siamo resi conto che avevano portato via tutto, due chilometri di cavi". Tonnellate di rame, per centinaia di migliaia di euro di danni. Un bottino che non può essere stato spostato senza utilizzo di camion ma anche senza adeguate cognizioni tecniche per non rimanere folgorati. Insomma da veri e propri professionisti dell'"oro rosso". Il furto, avvenuto durante la pausa estiva e soprattutto intorno a Ferragosto, ha lasciato le due scuole in tutto oltre duemila studenti e più di cento classi senza energia elettrica. Le conseguenze sono immediate: segreterie ferme, computer inservibili, archivio digitale irraggiungibile. "Siamo a ridosso della ripartenza spiega Finotti con gli esami di recupero dei debiti a fine agosto. Sono atti previsti per legge, un servizio essenziale. Ma oggi siamo al buio, senza messa a terra, senza certificazioni di sicurezza. Come facciamo?". Finotti nel frattempo non è rimasto con le mani in mano. A luglio ha fatto le prime denunce ai carabinieri e ha inviato le Pec a Comune e Città Metropolitana. Ma solo ora sono stati mossi i primi passi per risolvere una situazione che mette a rischio anche l'avvio dell'anno scolastico. I tempi tecnici per ordinare e installare nuovi cavi di rame, con tutte le certificazioni richieste, non coincidono con l'urgenza scolastica. Prima fra tutte quella degli esami di riparazione. "Il 10 e il 12 settembre dovrebbero iniziare le lezioni sottolinea Finotti ma se non si sbrigano a trovare soluzioni, noi rischiamo di restare fermi. Non possiamo chiedere agli studenti di tornare in scuole spente".

Il complesso scolastico, che sorge all'interno di un grande parco un tempo occupato dall'ex ospedale psichiatrico Cerletti, è troppo vulnerabile: le vecchie mura di cinta sono in parte crollate dal nubifragio del 2023, con un facile accesso dall'esterno. "Non possiamo illuderci che le scuole siano paradisi protetti insiste il preside qui sono entrati professionisti, non balordi. Conoscono la dislocazione dei tombini, sanno dove intervenire senza prendere la scossa, tagliano alimentazioni e messe a terra.

Non è un colpo improvvisato: parliamo di centinaia di migliaia di euro di danni e di persone che sanno dove andare a mettere le mani".

Tra l'altro la zona non è nuova a questo genere di furti: negli stessi giorni nel mirino è finita una stazione ad alta tensione a cascina Pedragnana dove sono stati prelevati 200 chili di cavi di rame.

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