Soldi, tanti, atutti e per tutto: per evitare oppure ritardare un controllo dei ghisa o dei vigili del fuoco, o quanto meno per esserne avvertiti tempestivamente. Soldi per rinnovare il locale, meglio se affidando progetto e realizzazione a studi e ditte di vicine a «quelli del Comune». Soldi per ottenere una licenza: per esempio 40mila euro per aprire il «Qin» al Parco Lambro.
Un nuovo capitolo si è dunque aggiunto da ieri nellambito dellinchiesta aperta dalla squadra mobile nel 2007. Tre anni fa infatti la Procura di Potenza trasferì alcune dichiarazioni fatte da starlette e divetti nellambito dellinchiesta su Fabrizio Corona aperta dal pm Henry John Woodcock. Testimonianze che parlavano di consumi «industriali» di cocaina nei «privé» delle più famose discoteche di Milano, Hollywood tra tutti. La polizia infiltrò agenti nei locali, intercettò telefoni e alla fine il botto: oltre la droga cera ben altro. E linchiesta toccò i vertici delle istituzioni: il capo dei vigili urbani, Emiliano Bezzon, costretto alle dimissioni, i dirigenti comunali Silvano Baselli, Giuseppe Pannuti e Laura Mari, lex ispettore dei vigili del fuoco Luigi Esposito.
Ieri seconda tranche dellinchiesta. Altri nomi si aggiungono ai primi e scattano le manette, anche se poi i cinque arrestati finiranno ai domiciliari. I provvedimenti riguardano Davide Guglielmini, 49 anni, Alberto Baldaccini, 37, e Andrea Gallesi,42, per il filone stupefacenti, che comprende anche una decina di altri denunciati. I tre sono azionisti di «Vimar» e «B&B and Company» proprietarie dellHollywood di corso Como e «Le Club» di largo La Foppa, messi sotto sequestro dallautorità giudiziaria. Avrebbero agevolato lo spaccio nei loro locali. Nei privé infatti, argomentano i pm Frank Di Maio e Alfredo Robledo, lingresso era super controllato. Quindi i pusher non potevano accedervi senza complicità interne.
Ma le manette scattano anche ai polsi di due ex componenti della commissione comunale di vigilanza: Aldo Centonze, 42 anni dipendente dellufficio del demanio, e Rodolfo «Rudy» Citterio, 40 anni, ex presidente provinciale del Sindacato locali da ballo, Silb. Il suo nome era già emerso lanno scorso, e per questo aveva lasciato la carica a Roberto Cominardi, titolare dellOld Fashion. Era però rimasto nel direttivo della Federazione italiana pubblici esercizi. Infatti laltra sera era a Roma per una riunione sindacale. Rintracciato è rientrato precipitosamente a Milano e si è consegnato agli agenti che lo attendevano in stazione Centrale. Questo filone di indagine ha confermato un «sistema», come lo ha definito il vice dirigente della mobile Luigi Rinella, per ottenere favori. Si pagava per essere informati dei controlli, per ritardarli, per far trovare le cose in regola. Anche «in natura» Centonze infatti si accontentava di serate e cene in locali notturni per aver concordato «le date e gli orari» dei sopralluoghi di controllo al «Qin».
Si pagava per non ottenere guai con le licenze, lanno scorso furono coinvolti il «Toqueville», sempre di corso Como, e il «Bar Bianco» allinterno del parco Sempione. Questanno il «Qin» di parco Lambro per il quale Citterio avrebbe chiesto al titolare Alberto Savoca 40mila euro (4mila subito, il resto in 3 comode rate mensili) vantando amicizie con Rita Amabile, ex vice direttrice generale del Comune, e Maria Teresa Broggini Moretto, direttore generale delle attività produttive. Entrambe sono ora indagate insieme a Bezzon, Baselli, Pannuti, Mari ed Esposito, che hanno ricevuto un secondo avviso di garanzia, e funzionari regionali come Tiziana Di Puorto allarchitetto che arredava tutti i locali, Daniele Berretta.
La «cricca» infine provvedeva anche a far fare carriera ai suoi «associati». Anche se non sempre con esiti favorevoli.
«Rudi grazie di tutto, una gran serata...»
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