Politica

Ruini: «La scelta di astenersi tutela la vita»

Andrea Tornielli

da Roma

«Non siamo noi ad aver voluto il referendum, non siamo contro nessuno, lavoriamo invece per qualcuno: per la vita nascente ma anche per le donne e gli uomini di oggi e di domani». Il cardinale Camillo Ruini, Vicario di Roma e presidente della Conferenza episcopale italiana, torna a parlare dei referendum a due giorni dall’apertura delle urne. Concludendo il convegno diocesano sulla famiglia e la missione – lo stesso che aveva aperto lunedì scorso Benedetto XVI – il cardinale ha sfiorato in un passaggio conclusivo il tema della consultazione referendaria ribadendo la «scelta consapevole del non voto».
«Sento in particolare il bisogno – ha detto Ruini nella Basilica di San Giovanni in Laterano, davanti a moltissime famiglie – di ringraziare ciascuno di voi per quel che state facendo in rapporto al referendum e alla scelta consapevole del non voto». «Non siamo noi – ha aggiunto il porporato, intendendo così rispondere alle critiche degli ultimi giorni rivolte contro le gerarchie ecclesiastiche – ad aver voluto il referendum, non siamo e non saremo noi a esacerbare i contrasti e le contrapposizioni; non vogliamo forzare le coscienze ma soltanto illuminarle».
«Non siamo contro nessuno – ha detto ancora Ruini –, lavoriamo invece per qualcuno: per la vita umana nascente, certo, e per i figli che hanno diritto a conoscere i propri genitori, ma anche per le donne e gli uomini di oggi e di domani, che devono sempre essere considerati e trattati come persone e non come prodotto di laboratorio od oggetto di sperimentazione, e che anche nel loro giusto desiderio di essere genitori vanno aiutati a non dimenticare che il figlio rimane sempre, prima che una propria soddisfazione, una persona da accogliere in dono. Ci muoviamo dunque, anche in quest’occasione - ha concluso Ruini – secondo quella logica di servizio e di amore del prossimo che ci ha insegnato il Signore».
A chi ritiene un’indebita forzatura e una coercizione l’invito al non voto rivolto pubblicamente dai vescovi italiani, che hanno aderito alla posizione espressa dal comitato «Scienza e Vita», formato da credenti e non credenti, il presidente della Cei risponde spiegando che la Chiesa non vuole «forzare le coscienze, ma soltanto illuminarle». E per motivare una volta di più il lavoro dei cattolici in questo senso, Camillo Ruini ricorda l’impegno in favore delle donne e degli uomini, che vanno aiutati a comprendere come un figlio sia innanzitutto un dono e non una «propria soddisfazione».
Nella sua relazione, il cardinale si è soffermato su «due nodi» che ha detto essere oggi di ostacolo «all’autentica educazione». Il primo è il modo di intendere la libertà «che attualmente - ha spiegato - viene per lo più compresa e vissuta in un orizzonte relativistico e consumistico, come una continua ricerca del proprio piacere, incapace di giungere a una vera decisione, e soprattutto al dono di sé: in questo modo però si finisce con lo sprecare senza accorgercene la nostra vita e la nostra stessa libertà e si diventa incapaci di costruire con gli altri qualcosa insieme». «Nell’opera educativa, dunque - ha detto il cardinale - non si tratta tanto di limitare la libertà, quanto piuttosto di aprirla, di darle un orizzonte più grande e più vero» attraverso la testimonianza dei genitori e degli educatori.
Il secondo nodo riguarda la sessualità: «L’impatto provocato da una società e cultura che separano sistematicamente la sessualità dall’amore altruistico e dalla persona – ha spiegato Ruini - non permette a tanti ragazzi, adolescenti e giovani di percepire il senso autentico della sessualità stessa» che diventa «l’occasione di un ripiegamento individualistico, e alla fine un impedimento a essere felici». «Occorre ribaltare un pregiudizio diffuso – ha aggiunto - e far comprendere che la fede cristiana non è affatto ostile al corpo e alla sessualità, ma al contrario ci aiuta a scoprire pienamente il loro genuino valore».


Il cardinale Ruini ha infine annunciato ufficialmente una notizia che già circolava da alcuni giorni: martedì 28 giugno sarà aperta ufficialmente la causa di beatificazione di Giovanni Paolo II.

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