Rutelli: "Andrò con Casini". Ma Bersani lo frena

Vinte le primarie con il 53,3% delle preferenze, Bersani ribadisce di essere un leader dimezzato: "L'alleanza deciderà il candidato premier". Poi nega di temere scissioni nel Pd. Ma Rutelli scalpita e flirta con Casini. E l'Idv già minaccia: "Dialogo con noi o con Berlusconi"

Rutelli: "Andrò con Casini". Ma Bersani lo frena

Roma - Neanche un giorno per assaporare la vittoria che già deve tirare acqua sul fuoco delle polemiche. A chi gli domanda se tema una possibile scissione Pier Luigi Bersani, neo eletto segretario del Pd con il 53,3% delle preferenze, nega con forza: "Assolutamente no". E torna su un tema altrettanto caldo, su cui si è già espresso varie volte: non è detto che sia lui il candidato premier. O meglio, non è automatico. Leader del Pd già dimezzato? Presto per dirlo. Comunque l'inizio non è dei più tranquilli per Bersani, dal momento che i rutelliani già iniziano a scalpitare. E guardano a future alleanze con il centrista Casini.

Le alleanze Non lo dice chiaramente ma nella sua mente c'è l'idea di ridare vita a una forma riveduta e corretta dell'Ulivo. "Il Pd - dice il segretario - offre un quadro generoso di confronto in vista di un’alternativa e si rivolge in modo largo a tutte le forze di opposizione". Quindi alleanza da Di Pietro a Casini? Troppo presto per dirlo. Intanto Bersani pensa all'alternativa: "Contiene il concetto di opposizione, non sempre il concetto di opposizione contiene il concetto di alternativa. E io invece credo che sia importante offrire un’altra possibilità agli italianì.

Le riforme Interpellato sul dialogo col centrodestra sul tema delle riforme, il neo segretario del Pd mette le mani avanti: "Dialogo è una parola malata, quella giusta è confronto, in parlamento, dove ci possono essere le proposte di riforme della maggioranza ma anche le nostre io lo concepisco così il confronto".

La crisi economica "Se c’è da fare qualche sforzo per aiutare lavoratori, piccole imprese e famiglie, un grande sforzo collettivo, noi siamo pronti". Per la sua prima uscita in pubblico Bersani sceglie Prato, visitando un’impresa tessile e dichiarandosi disposto a collaborare per affrontare la crisi economica. Ma non perde occasione, il segretario del Pd, per attaccare il governo perché "un anno fa abbiamo buttato via soldi che sarebbero stati preziosi per affrontare la crisi" con misure come il taglio dell’Ici egli straordinari. "Si è buttato via un anno - sostiene Bersani elencando le sue proposte - ed invece bisogna mettere i soldi in tasca alla gente che si sta impoverendo; andare incontro direttamente alle piccole imprese per dare un po' di fiato e mettere mano agli investimenti perché non è possibile che bisogna aspettare il ponte sullo Stretto per investire". 

Rutelli guarda a Casini Francesco Rutelli si accingerebbe a lasciare il Pd per andare con Pierferdinando Casini? "Con Casini, ma non subito e non solo". L’ex vice presidente del Consiglio ammette che, "in questi due anni, il Pd ha sprecato un patrimonio anziché costruirne uno nuovo". "Avremmo dovuto cambiare terreno di gioco, allenatore, squadra, pallone, modulo tattico, perfino i tifosi - ha spiegato Rutelli - dopo quindici anni era evidente che lo schema dell’Unione era finito. Bisognava cambiare tutto. E invece non è cambiato niente. Il Pd è senza ceti produttivi. Vota per noi soltanto il 13-14% dei piccoli imprenditori. Ne votavano di più per il vecchio Partito comunista. Siamo senza operai, senza ceto popolare". Secondo Rytelli, infatti, "il discorso che Veltroni fece nel 2007 al Lingotto e una conduzione battagliera della campagna elettorale del 2008 hanno portato il Pd a conquistare un terzo dei voti. Da allora lo stesso Veltroni si è affidato a un eclettismo senza baricentro politico, non è mai più arrivata una proposta chiara. Gli elettori hanno percepito soltanto un rumore di fondo remoto e confuso". E allora? "Deve formarsi una forza nuova - ha continuato - per favorire aggregazioni che nascano da questa crisi, un confronto tra moderati del centrodestra e democratico - riformisti del centrosinistra".

La replica di Bersani Immediata la replica di Bersani a Rutelli per rimarcare che "la prova di ieri è stata inequivocabile: abbiamo avuto una spinta, un incoraggiamento formidabile e inaspettato sia dagli iscritti, dai militanti e dai cittadini". Secondo il segretario del Pd, è "indiscutibile" che "chi ha partecipato alle primarie, ha pagato 2 euro, ha fiducia nel progetto del fiducia che è un partito nuovo e non un partito vecchio". "Non credo - ha, infine, concluso Bersani - che qualcuno voglia sottrarsi a questa sfida".

L'alleanza con Di Pietro Messaggio netto dal leader Idv, Antonio Di Pietro, al neosegretario del Partito democratico: il suo partito rompa tutti i ponti con Berlusconi e costruisca un’alleanza per l’alternativa con l’Italia dei valori. "Bersani dimostri quello che vuole fare: se mettersi a dialogare con noi o con Berlusconi", ha avvertito l'ex pm, che ha poi aggiunto: "Da questa scelta dipenderà il futuro dell’alleanza, che noi ci auguriamo ci sia e sia a 360 gradi". Di Pietro ha fatto sapere che l'Idv vuole "un’alternativa di governo anche con il Pd, se il Pd si libera di zavorre, lacci e lacciuoli, che finora hanno impedito di esplicare al massimo il loro lavoro". "Il Pd - ha concluso Di Pietro - deve capire una volta per tutte che Berlusconi va combattuto e non assecondato come finora hanno fatto".

Per le prossime regionali contano "programma" e, soprattutto "candidature: posto per posto, consiglio regionale per consiglio regionale". "Perché non ci si sposa al buio e di questi tempi - ha ironizzato Di Pietro - è bene sapere con chi vai".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica