Sì all’inceneritore, 15 giorni per svelare la sede

(...) avvenuto al Pirellone tra il presidente della Regione, Roberto Formigoni, della Provincia, Filippo Penati, e l’assessore comunale all’Arredo urbano, Maurizio Cadeo. Come luogo per il nuovo impianto si parla da tempo del sud della città e il sindaco di Opera già protesta: «Nessun termovalorizzatore da noi, qualcuno strumentalizza la vicenda a fini elettorali». Tra le conclusioni positive i tempi per risolvere il problema, diventato allarme con l’emergenza Napoli. La soluzione dovrà arrivare entro quindici-venti giorni, che Filippo Penati ha ottenuto per portare la stima di quante tonnellate dovranno andare in termovalorizzazione (e di dove dovrà sorgere l’impianto). Oltre alle necessità effettive, c’è da tenere conto anche della quota di riserva per la solidarietà che deve essere minimo del 10 per cento anche se la Regione ha chiesto un 20 per cento in più di «scorta» rispetto al fabbisogno stimato (quindi tra 500mila e un milione di tonnellate di solidarietà).
La Lombardia produce ogni anno 5 milioni di tonnellate di rifiuti e secondo alcune stime dei Piani regionali servirebbero almeno due termovalorizzatori in più, oltre a nuove discariche che restano indispensabili. Persino il Piano provinciale milanese (più ottimista) stima in 500mila tonnellate l’anno in più la quantità di rifiuti che dovrà essere smaltita nel Milanese da qui al 2011. Da qui l’inevitabilità di un nuovo mega termovalorizzatore che Milano potrebbe ospitare, quasi certamente nell’area sud. Tanto più indispensabile in quanto potrebbe non essere sufficiente a garantire l’autonomia della città e della Regione. Nonostante questo e la buona volontà di Penati, continuano gli altolà di Legambiente e della sinistra, dal Pd (con il no di Marilena Adamo, capogruppo in consiglio comunale e il consigliere Aldo Ugliano e il consigliere regionale Giuseppe Civati) alla Sinistra democratica. Un presidio di Legambiente, con bandiere e striscioni, ha manifestato davanti al Pirellone contro il futuro incerenitore.
Formigoni spiega «che si va nella direzione di un nuovo inceneritore» ma invita Milano a incrementare la differenziata: «Il nostro obiettivo è garantire l'autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti e migliorare ulteriormente le performance sia in tema di riduzione dei rifiuti che di miglioramento della quota di raccolta differenziata». Soddisfatto l’assessore Cadeo, che ha apprezzato la disponibilità di Penati: «Ci si rende conto che oggi il problema centrale è focalizzarsi sulla quantità di rifiuti da smaltire: 500mila secondo la Provincia, secondo la Regione di più. Partiamo cercando di aumentare la raccolta differenziata, ma tenendo conto che in tutta Europa differenziata e termovalorizzatori crescono di pari passo. L’importante è che si entri nel concreto: perché il problema non è dire che l’obiettivo è l’autosufficienza, ma spiegare come garantirla almeno per i prossimi dieci anni».
Si tiene più sul vago Penati: «Probabilmente non sono sufficienti gli impianti esistenti, occorre ragionare su un potenziamento degli impianti o sulla costruzione di un impianto nuovo con l’eventuale dismissione di uno vecchio. Quel che è certo è che la Provincia deve essere autosufficiente e definire la quota di rifiuti smaltiti deve andare in termovalorizzazione».

Principi che non è chiaro se riusciranno a superare lo sbarramento degli ambientalisti. Come osserva l’azzurro Fabrizio De Pasquale «è la cartina di tornasole per capire se i fatti di Napoli sono un’eccezione o se la sinistra è filosoficamente contraria ai termovalorizzatori».

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