All’età di 55 anni Ségolène Royal gioca la carta della reincarnazione. Dopo essere stata la candidata della sinistra transalpina alle presidenziali del 2007 (quando venne sonoramente sconfitta da Nicolas Sarkozy), la Giovanna d’Arco della «gauche» tenta adesso la scalata alla segreteria del Partito socialista. L’annuncio ufficiale della sua candidatura potrebbe venire nella giornata di oggi, dopo che la scorsa settimana la sua corrente ha ottenuto la maggioranza relativa (29%) alle elezioni in vista del congresso socialista, in programma a Reims nel prossimo weekend.
Nella città dello champagne, Ségolène spera di brindare alla conquista del partito, che è oggi controllato dal suo ex compagno François Hollande. La notizia della separazione della coppia Hollande-Royal venne resa di pubblico dominio nel maggio 2007, in coincidenza con quella della sconfitta elettorale della Royal a opera di Sarkozy. Se fosse entrata all’Eliseo, Ségolène avrebbe forse salvato la sua relazione. Così ha dovuto ricominciare da capo, con i suoi quattro figli e con una nuova fiamma sulla cui identità la stampa francese si mostra discreta, Bruno Gaccio, 49 anni, ex autore di un noto programma satirico e più giovane di lei di sei anni.
In vista della sfida congressuale, Ségo ha anche cambiato il proprio look. Ha mandato in soffitta gli abiti griffati e ha cominciato a indossare capi che ricordano vagamente il vecchio stile hippy. All’interno del Partito socialista francese i suoi molti avversari l’hanno ribattezzata «la telepredicatrice», alludendo al suo tentativo di assumere un’aria messianica per utilizzare le telecamere come strumento di meditazione, sfornando discorsi a metà strada tra la politica quotidiana e le vaste riflessioni zen.
Ogni arma è buona per primeggiare al congresso di Reims, che la Royal considera come una tappa verso la rivincita contro Sarkozy (alle presidenziali del 2012). Ma la strada è in salita perché i pretendenti sono molti e Ségolène rischia l’isolamento. La frase più avvelenata nei suoi confronti è stata pronunciata proprio da Hollande, che va a Reims come segretario uscente. «Ségolène Royal non ha certo in mano la maggioranza dei delegati», ha perfidamente affermato. Come dire che la vittoria della sua mozione precongressuale (29%, contro il 25 della mozione del sindaco di Parigi Bertrand Delanoë, il 25 della mozione del sindaco di Lilla, Martine Aubry, e il 19 della sinistra filocomunista) conta in realtà ben poco.
Tutto dipenderà dal gioco delle alleanze e di conseguenza la Royal rischia addirittura l’emarginazione.Una battaglia Ségolène sembra averla già stravinta: i quattro figli della coppia Hollande-Royal sono tutti suoi tifosi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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