Dalla S60 berlina di conquista ai Suv status symbol

Il mercato dell’auto, in Cina, ha avuto uno sviluppo che è massicciamente accelerato negli ultimi tre anni, raddoppiano il numeri di vendita dai 5.700.000 del 2008 agli 11.637.000 del 2010. Nel 2001 si erano vendite solo 860mila auto. La crescita più rilevante riguarda le vetture premium medio-alte, che coprono oltre il 70% delle vendite, mentre stabile è la frazione riservata alle vetture di lusso e in progressione molto tenue quelle più popolari. L’espansione dell’utenza automobilistica, quindi, è un fenomeno che riguarda la nuova, alta borghesia cinese, che ama esibire il suo nuovo piacere consumistico. L’auto è lo status symbol principale, come accadeva da noi negli anni ’60. La strategia vincente è stata di far percepire chiaramente al pubblico cinese che Volvo è un marchio premium. Infatti, tra i modelli di maggior successo, almeno fino all’avvento della S60, c’è la berlina più importante di tutta la gamma, la S80 L, a passo allungato. Una vettura tra le più apprezzate da manager e funzionari, mentre il cabrio C70 è entrata immediatamente nel novero delle vetture più trendy della scena locale. Lo stesso vale, tra i rampolli dell’alta borghesia, per il coupé C30, mentre i Suv Xc90 e Xc60 rappresentano, come da noi, un simbolo di potenza e, anche, una scelta indice di forte personalità, fuori dal coro. La nuova S60 è un modello di conquista, che va a togliere spazio alle pari classe germaniche e la cui penetrazione sul mercato potrà essere valutata solo a fine anno, mentre per il momento si può parlare, sicuramente di partenza lanciata. S40 è la berlina di ingresso nell’area degli status symbol, scelta da chi comincia a far carriera nel mondo degli affari, o del partito.
Il 2011 è partito alla grande per Volvo, con oltre 9mila unità vendute dall’inizio dell'anno e oltre 4mila nel solo mese di marzo. I problemi che a questo punto si pongono a Volvo Car China riguardano l’espansione della rete di vendita e di assistenza. I concessionari sono attualmente 106, distribuiti in 83 città, poste tutte in una fascia, ampia meno di 1.000 chilometri, che segue il profilo della costa orientale, da Sud, con massima concentrazione attorno a Shanghai, fino a Pechino.
Qui è concentra la popolazione benestante della Cina ed è qui che si concentra la sfida. Più che conquistare concessionari alla concorrenza, si dovranno crearne dei nuovi: gli operatori pronti a investire ci sono, bisogna solo convincerli.

L’assistenza, per un marchio di qualità come Volvo, è fondamentale e gli addetti sono tutti da formare perché non esiste un retroterra locale di meccanici d’auto. Volvo ha già varato un grande programma per il reclutamento e l’addestramento di quella che sarà una nuova generazione di specialisti. Quelli vecchi. al massimo, hanno riparato i carri T55 dell’esercito cinese.

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