Caro Arrigo Sacchi, lei ha lavorato per il Real Madrid di Florentino Perez: ce lo descrive?
«Lavorare per il Real significa entrare a fare parte di una comunità globale. A parte la Spagna, il club conta 12 milioni di tifosi in giro per il mondo grazie allo spagnolo che è la seconda lingua parlata, ha una sua tv che si vede ovunque e quando la squadra si sposta, per impegni legati a tournée oppure partite di Champions, viene ricevuta allaeroporto dallambasciatore di Spagna dislocato in quel paese».
Ai suoi tempi, come fece il Real a sopravvivere nonostante il reclutamento dei «galacticos»?
«I sei precedenti anni di presidenza di Perez si sono aperti con la cessione dei terreni della ciudad deportiva, acquistati dalla sua azienda, e si sono conclusi con un bilancio pari. Lo stesso presidente Perez mi confessò di aver speso, del patrimonio personale, la modesta cifra di 2,5 milioni di euro per la campagna elettorale».
Allora come tornano i conti nel Real?
«Florentino è stato bravissimo nel realizzare una moderna organizzazione del club e nel valorizzare due aspetti, marketing e merchandising. Non solo, ma al Real tutto si paga. Per esempio: sapete qual è il museo spagnolo più visitato? La risposta scontata sarebbe il Prado e invece no, è il museo delle coppe e dei trofei vinti dal Real che si trova allinterno del Bernabeu: il costo del biglietto ai miei tempi era di 10 euro. Alla fine dellanno realizzano qualcosa come 800 mila presenze. Lo stesso dicasi degli allenamenti: porte aperte ai tifosi ma in cambio di un biglietto da 10 euro».
Solo con i calciatori Perez non bada a spese...
«Non mancano i controlli. Un giorno venne da me il direttore dellarea amministrativa del Real e mi disse di far sapere allallenatore dellepoca che spendeva troppo col telefonino aziendale. Io gli risposi che quello era compito suo, il mio era di natura tecnica. I controlli esistono, dunque».
Daccordo ma come si copre il disavanzo di certe operazioni tipo Kakà e Cristiano Ronaldo?
«Ai tempi di Zidane mi dissero che larrivo del francese dalla Juventus era stato in pratica pagato dagli sponsor. Ronaldo, passando dallInter in Spagna, fece un salto nellincasso dei provenienti derivanti da unaziendsa telefonica e passò da 1 milioni di euro lanno guadagnati in Italia a circa 5 conservando lo stesso sponsor. Non solo ma lasciando al Real il 50% dei diritti dimmagine delle sue stelle, i campioni fanno la fortuna del cassiere».
Da quel che si capisce i problemi nascono quando Perez mette becco nelle dispute tecniche...
«Io glielo dissi in modo franco e leale. Gli spiegai in spagnolo: Presidente, usted està tropeando todo, presidente, lei sta rovinando tutto. Oltre a fare il presidente voleva fare anche il ds, il dt e pure lallenatore».
Il Real ha scelto Pellegrini, che tipo di allenatore è?
«È un buon allenatore, le sue squadre praticano un calcio divertente, molto tecnico ma anche molto compassato. Ma non era questa la prima scelta di Florentino».
E quale era?
«Il Real ha contattato per primo Carlo Ancelotti il quale però ha fatto una scelta diversa e ha puntato sul Chelsea. Quindi si è rivolto ad Arsène Wenger, il francese che da anni allena lArsenal ma anche in quella direzione ha ricevuto un cortese diniego».
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