Sacconi: l'articolo 18? Un freno alle assunzioni Ci vuole più flessibilità

Il ministro del Welfare al G20 affronta i temi del lavoro. E sull'art 18 inteso come freno alle assunzioni dice: lo hanno pensato anche Labini e Midigliani. Bisogna andare avanti sulla strada della flessibilità contrattata

Sacconi: l'articolo 18?  
Un freno alle assunzioni 
Ci vuole più flessibilità

L’articolo 18 è un freno alle assunzioni? "Prima di me lo hanno ritenuto Sylos Labini e Modigliani; hanno segnalato che la rigidità in uscita rende precario e limitato l’ingresso nel mercato del lavoro. Lo ha detto l’Ocse che la rigidità in uscita mette a repentaglio la crescita". Per sostenere la sua idea sull'articolo 18 il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, incontrando la stampa al G20, cita gli economisti del passato. Sacconi ha sottolineato che sono "Paesi straordinariamente diversi; ci sono Paesi molto regolati e altri molto poco regolati. Figuriamoci se possiamo parlare di articolo 18 con loro: lo abbiamo solo noi in tutto il mondo, così come è fatto".

Per il ministro, che comunque non ha parlato di interventi sull’articolo 18, bisogna andare avanti sulla strada della "flessibilità contrattata". Sacconi ha portato l’esempio degli accordi Fiat di Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco e ha fatto riferimento all’articolo 8 della manovra, sulla contrattazione aziendale e territoriale.

Il ministro del Welfare ha inoltre affermato che tra i paesi del G20 ce ne sono alcuni dove «c’è

molta regolamentazione» nel mercato del lavoro e «altri dove ce n’è poca». Occorrono, secondo Sacconi, in certe condizioni «modalità più flessibili che però devono essere definite e concordate dalle parti sociali».

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