Salgono i consumi elettrici ma l’Italia è gas-dipendente

Il consuntivo di Terna (gestore della rete) per il 2005: la domanda è cresciuta più della produzione

Paolo Giovanelli

da Milano

La domanda di energia elettrica sale più della produzione, mentre l’Italia diventa via via sempre più «schiava» delle forniture di gas per le sue centrali elettriche: è il consuntivo del 2005 presentato ieri da Terna, il gestore della rete elettrica ad alta tensione. Nello scorso anno il totale dell’energia richiesta nel nostro Paese ha superato i 330 miliardi di chilowattore (più 1,6% sul 2004) e come nel 2004 la domanda dei cosiddetti clienti liberi ha superato quella dei vincolati. Le imprese da sole hanno infatti assorbito 135,5 miliardi di Kwh, con un aumento del 6,6%.
Tra le regioni, la Lombardia è quella con la più alta domanda energetica (67 miliardi di Kwh), seguita da Veneto (31,7 miliardi) ed Emilia Romagna (28,7 miliardi). Otto regioni hanno registrato un surplus produttivo rispetto al loro fabbisogno, dodici un deficit. Tra quelle in surplus ci sono Valle d’Aosta (+134%), la Puglia (+61%) e la Liguria (+55%), pesanti invece i deficit di Campania (-81%), Marche (-49,5%) e Basilicata (-47,6%).
Ma è sul fronte della produzione che cominciano i dolori: quella termoelettrica copre l’80,9% del totale e nel 2004 ha raggiunto i 240 miliardi di kwh, quella idroelettrica rappresenta il 16,6% del totale e lo scorso anno è calata del 14,1% in seguito alla scarsità di piogge, quella eolica pur essendo cresciuta del 26,8% rappresenta solo lo 0,8% del totale e infine la geotermica è ferma all’1,7 per cento.
Il peggio arriva con le fonti energetiche del geotermico: il gas naturale copre il 60% dei combustibili usati, con un consumo che nel 2005 è salito del 15,3% sul 2004. Una tendenza che dovrebbe essere confermata (se non addirittura rafforzata) quest’anno. Così ormai si sta passando dalla dipendenza dal petrolio come fonte energetica a quella del gas. Con una differenza, in peggio: che il petrolio lo si trasporta con navi e può arrivare praticamente da qualsiasi parte della terra. Il gas per ora arriva solo attraverso i gasdotti da Russia, Olanda, Algeria e Libia. E di rigassificatori, che darebbero più elasticità alle importazioni, ce n’è uno solo dell’Eni. Edison con ExxonMobil e Qatar sta costruendone uno in Adriatico che entrerà in funzione nel 2008. Gli altri impianti per ora sono solo sulla carta.
La produzione elettrica con il carbone, che si presenta come alternativa più inquinante ma più sicura ed economica, è scesa lo scorso anno del 4,5% e ha coperto solo il 16,5% del totale. Un vero e proprio crollo è stato registrato dall’uso del petrolio, sceso del 24,9% e che è arrivato a coprire solo il 13,8% dell’elettricità totale prodotta. Poco male: le centrali a petrolio hanno un rendimento decisamente basso rispetto a quelle che utilizzano altre fonti e sono le più costose.

Sale invece il peso degli «altri combustibili», in gran parte rifiuti solidi urbani, che vengono bruciati per produrre energia: hanno raggiunto il 7,4% del totale. Una fonte che abbiamo in casa e che, benché osteggiata da alcune parti dell’opinione pubblica, è destinata a crescere. Anche perché diversamente siamo destinati a essere sommersi dai rifiuti.

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