Salute

C'è un "pulsante" per ibernare il cervello: ecco cosa dicono gli scienziati

Due studi indipendenti hanno trovato il modo di portare il cervello dei topi a uno stato di ibernazione; secondo gli scienziati in futuro si potrebbe arrivare a ibernare il cervello umano e questo apporterà alcuni benefici

C'è un "pulsante" per ibernare il cervello: ecco cosa dicono gli scienziati

Il cervello è da sempre l'oggetto di studio più complesso e affascinante. Esistono in campo medico molti studi per cercare di capire il meccanismo che ruota attorno a esso. Ultimamente, come riporta il DailyMail, la scienza ha fatto una scoperta che potrebbe essere molto importante. Due studi, infatti, hanno trovato una specie di "pulsante" che permette di portare in uno stato di ibernazione il cervello. La scoperta giunge da due diversi studi, condotti dall'università giapponese di Tsukuba e dalla Harvard Medical School, e pubblicati sulla rivista Nature.

Per ora l'esperimento si è basato esclusivamente sui topi, innescando in essi un letargo temporaneo naturale. In futuro, si potrebbe ibernare il cervello umano se si dovesse scoprire lo stesso insieme di cellule cerebrali che sono presenti nei topi. Questa scoperta, secondo il team di ricerca, avrebbe enormi benefici perché potrebbe migliorare il recupero dopo un intervento o una malattia; inoltre, potrebbe rendere più sicuri i viaggi verso gli altri pianeti. Nello studio americano, nello specifico, è stato individuato un gruppo di cellule cerebrali e la loro stimolazione nei topi provoca il torpore. Il team ha spiegato che l'induzione artificiale di questo stato simile al letargo potrebbe avere in futuro applicazioni mediche nell'uomo.

Bisogna tenere presente un aspetto del processo che porta gli animali al letargo: in quella condizione, la loro temperatura corporea si abbassa in modo tale da ridurre il dispendio energetico per tutto il periodo in cui non si ciberanno. In tal senso si basa lo studio condotto da Takeshi Sakurai e dal gruppo di scienziati dell'università di Tsukuba, che hanno esaminato i topi da laboratorio che non vanno in letargo. I topi hanno mostrato uno stato ipometabolico temporaneo simile all'ibernazione, chiamato torpore. Da ciò sono giunti all'individuazione di un insieme di neuroni nell'ipotalamo, conosciuti come "neuroni Q". Essi possono ridurre la temperatura corporea e il metabolismo per più di 48 ore. Un aspetto importante, poi, è che non sono stati riscontrati danni a tessuti o organi del topo, a seguito di questa ibernazione indotta. In un secondo momento è stato ripetuto l'esperimento anche sui ratti con lo stesso identico risultato.

Nello studio condotto, invece, da Michael Greenberg e dagli scienziati di Harvard, sono stati identificati neuroni nell'ipotalamo che regolano il torpore nei topi. Gli studiosi hanno dimostrato che la stimolazione dei neuroni può portare un topo allo stato di torpore anche quando non c'è carenza di cibo. Questi risultati, dunque, aiutano i ricercatori a comprendere i processi neuronali che regolano gli stati del letargo. Inoltre, secondo quanto affermano Sakurai e gli altri studiosi, questi circuiti neuronali possono essere conservati in molti mammiferi, anche nelle specie che non vanno in letargo e, sempre secondo loro, si potrebbero manipolare selettivamente i neuroni Q.

Quindi, in un futuro non ben specificato, il prossimo passo sarà quello di indurre il cervello dell'uomo a una specie di letargo artificiale.

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