Chi cammina piano ha più rischi di demenza

Camminando lentamente aumentano i rischi di contrarre malattie come la demenza: a dirlo una ricerca della Duke University

Chi cammina piano ha più rischi di demenza

Camminare lentamente può essere rischioso. A dirlo è una nuova ricerca: chi ha una camminata lenta avrebbe più rischi di contrarre malattie, e in particolare la demenza. Allo stesso tempo, l'andatura potrebbe rivelare il rischio anche decenni prima dello sviluppo dei sintomi.

Secondo i risultati della ricerca della Duke University, il cervello e tutto il corpo di chi cammina lentamente invecchierebbe di più una volta raggiunti i 45 anni. Da questo processo di invecchiamento sarebbero interessati anche i polmoni, i denti e il sistema immunitario di chi cammina lentamente rispetto ai coetanei più veloci.

L'autrice principale dello studio, la neuroscienziata Line Rasmussen, ha affermato che l'aspetto più sorprendente riguarda i 45 anni di età, perché solitamente questi aspetti si noterebbero prevalentemente nei pazienti geriatrici. Inoltre, la dottoressa ha aggiunto che i segni di una cattiva salute possono essere rilevati nella mezza età con un semplice test di deambulazione.

Lo studio a lungo termine, pubblicato su JAMA Network Open, è stato fatto su 904 persone nate nello stesso anno a Dunedin, in Nuova Zelanda; durante l'ultima valutazione sono state fatte anche scansioni tramite risonanza magnetica. Da questo esame si è notato come il volume medio di materia grigia e bianca, lo spessore corticale e la superficie del cervello fossero inferiori nei camminatori più lenti. Inoltre, attraverso l'analisi dell'età facciale, si è visto come l'invecchiamento avvenisse anche all'esterno.

Gli scienziati avrebbero anche notato che chi è tendente all'ozio può essere identificato già dall'età di tre anni con i test di agilità mentale. Tutto ciò potrebbe avere ripercussioni positive se si riuscisse a far nascere un programma di screening infantile per il morbo di Alzheimer, la demenza e altre malattie.

A tre anni, infatti, il punteggio del loro quoziente intellettivo, la comprensione del linguaggio, la tolleranza alla frustrazione, le capacità motorie e il controllo emotivo possono svelare la velocità della camminata con 42 anni di anticipo. L'autore senior della ricerca, il professor Terrie Moffitt, del King's College di Londra, ha dichiarato che i camminatori lenti di settanta e ottanta anni tendono a morire prima di quelli veloci di pari età; inoltre, ha aggiunto che una camminata lenta, anche in età prescolare, potrebbe essere indice di vecchiaia precoce e, dunque, anche dell'insorgenza della demenza.

Secondo i ricercatori, infine, alcune differenze di salute

e cognizione potrebbero essere legate alle scelte di vita fatte, ma è anche vero che lo studio ha sottolineato come ci siano già segni nella prima infanzia di chi potrebbe diventare un camminatore lento.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica