Salute

Mastectomia preventiva, è scontro tra gli esperti

Angelina Jolie ha deciso di farsi togliere il seno per prevenire il cancro. Una scelta che ha aperto un acceso dibattito. Veronesi: "Più vantaggiosi controlli periodici"

Mastectomia preventiva, è scontro tra gli esperti

"È sicuramente una situazione complessa, e il discorso è diverso per ogni singola donna. Però, se la condizione di rischio per il tumore non genera un’ansia eccessiva, e non trasforma quindi la vita di tutti i giorni in una non-vita, allora obiettivamente ci sono più vantaggi a fare controlli ogni sei mesi, e scoprire l’eventuale tumore in epoca precocissima, quando le possibilità di guarigione sono del 98%". Umberto Veronesi ha preso subito le distanze dalla decisione presa da Angelina Jolie di sottoporsi alla rimozione del seno per prevenire l’insorgenza di tumori. Una decisione che ha aperto un dibattito molto serrato tra gli esperti. La maggior parte degli esperti, infatti, non è affatto d'accordo con l'attrice di Tomb Rider considerando la mastectomia preventiva una scelta estrema e,quindi, non obbligata.

Il dibattito è aperto. E rischia di infuocarsi. L’attrice di Hollywood ha deciso di farsi togliere il seno per prevenire il cancro avendo ereditato dalla sua mamma il gene alterato BRCA 1 che, nell’87% dei casi, predispone al tumore. Una scelta che sta contrapponendo i maggiori esperti in tutto il mondo. Anche in Italia il dibattito si è fatto serrato. Quello sulla mastectomia radicale preventiva non è affatto un dibattito nuovo. Anzi, esiste fin da quando la medicina ci ha messo a disposizione i test genetici. "La ricerca genetica è stata molto brava a darci la possibilità di trovare queste patologie, ma non è ancora stata altrettanto brava nel darci delle possibili soluzioni a queste malattie", ha ricordato Veronesi. Ad oggi ci sono due opzioni di fronte a una situazione del genere. La prima è quella che ha scelto la Jolie, che dal punto di vista tecnico è la meno difficile, ma non esente da problemi. "Il rischio di tumore non si annulla, ma rimane un 5% di probabilità che insorga lo stesso - spiega Veronesi - questo tumore, poi, è particolarmente cattivo, dato che è legato a cellule mammarie residue che non sono evidenti e che è difficilissimo eliminare completamente". Un secondo problema sono le protesi che, in quanto estranee all'organismo, possono portare a una reazione. Il terzo problema, sempre legato alle protesi, è che anche quelle migliori devono essere sostituite ogni 10 anni obbligando almeno quattro interventi chirurgici nel corso della vita. Per Veronesi c'è una seconda opzione sul tavolo: "Diventare una 'controllata-speciale', ovvero fare una ecografia e una risonanza ogni 6 mesi per tenere la situazione sotto controllo". Una procedura che dà un’altissima probabilità di trovare l’eventuale tumore in fase precocissima, quando le percentuali di guarigione sono al 98%.

Secondo il dottor Egidio Riggio, specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica e microchirurgia presso l’Istituto Nazionale Tumori di Milano, la chirurgia preventiva non deve rappresentare una scelta obbligata ma va serenamente ponderata rispetto alla decisione di eseguire per tutta la durata della vita, uno stretto monitoraggio strumentale degli organi a rischio. "È doveroso precisare - sottolinea Riggio - che il percorso che conduce ad un intervento profilattico al seno è basato su indagini genetiche e test ematici, e non solo sulla storia familiare di una madre o di una sorella con carcinoma mammario". Tuttavia, non deve essere mai una scelta emotiva della donna coinvolta. Le donne ad alto rischio di cancro al seno rappresentano una minima parte della popolazione, una su 200, e non più del 5-10% di tutte le donne affette da tumore, lo sono. "In questi casi - precisa Riggio - si parla di tumori 'ereditari' ed il rischio interessa la mammella e l’ovaio. Pertanto le donne nella situazione della Jolie devono affrontare anche un’annessiectomia, ovvero l’asportazione delle ovaie". Dello stesso parere il professore Riccardo Masetti, direttore del centro di senologia del Policlinico Gemelli di Roma e presidente della Komen Italia (l’associazione che da venerdì a domenica sarà impegnata a Roma nella manifestazione Race for the cure a sostegno della lotta ai tumori del seno). "La scelta che ha fatto Angelina Jolie è pienamente motivata, ma va detto subito che non è obbligatoria - spiega - casi come il suo riguardano infatti meno del 10% delle pazienti che affrontano un tumore del seno. Si tratta di quelle donne che hanno una forte familiarità e che, sottoponendosi a un test genetico, scoprono di avere delle mutazioni al gene BRCA1 o BRCA2. Quando si riscontrano queste anomali in questi geni, il rischio di sviluppo di un tumore del seno aumenta fino all’80%". Tuttavia, anche in questi rari casi, la mastectomia preventiva non è una scelta obbligata. "Le strade possibili, in presenza di test genetici che riscontrano mutazioni dei geni BRCA1 o BRCA2, sono due", continua l’esperto ricordando che si può decidere di "sottoporre la paziente a controlli molto scrupolosi e ravvicinati, oppure di ridurre drasticamente il rischio come ha fatto Angelina Jolie, asportando i seni e ricostruendoli". Ma si tratta di una scelta delicatissima, per niente facile, sia perché si tratta di un intervento invasivo sia perché i seni ricostruiti con protesi non saranno mai come i seni naturali: "Nemmeno se si occupasse dell’intervento il miglior chirurgo plastico". Per chi non rientra nella casistica dell'attrice statunitense, invece, ci sono norme precise per la prevenzione. Innanzi tutto informarsi con i propri familiari su eventuali vicende cliniche della propria famiglia e chiedere al proprio medico quali sono i fattori di rischio per il tumore del seno. Inoltre, consiglio di fare una mammografia ogni anno dai 40 anni in poi, se il fattore di rischio è medio. Una visita clinica del seno almeno una volta ogni tre anni, dai 20 ai 40 anni, ed una ogni anno dopo i 40.

"Se il rischio è più elevato, coinvolgere il proprio medico chiedendogli quali test di screening siano i più adatti al proprio caso - conclude Masetti - poi ci sono delle regole di condotta generali che sono: mantenere il proprio peso forma, includere l’esercizio fisico alla routine quotidiana, limitare il consumo di alcool, limitare l’assunzione di ormoni dopo la menopausa, allattare al seno se possibile".

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