Salute

Obesità, scoperta la proteina in grado di bloccarla

Uno studio condotto dall’Università della California dimostra che una proteina presente nel nostro organismo sarebbe in grado di bloccare lo sviluppo dell'obesità

Obesità, scoperta la proteina in grado di bloccarla

Una proteina presente nelle cellule del nostro organismo potrebbe essere in grado di bloccare lo sviluppo dell’obesità.

Lo sostiene uno studio pubblicato sulla rivista Nature Metabolism e condotto dall’Università della California, San Francisco. Questa scoperta potrebbe diventare il punto cardine dei futuri programmi miranti alla perdita dei kg in eccesso.

Secondo il Ministero della Salute l’obesità non è da sottovalutare in quanto uno dei principali problemi di salute pubblica. Tra le cause, gli stili di vita errati e un regime alimentare ipercalorico. In forte aumento in tutti i Paesi occidentali, provoca malattie gravi e proprio per questo motivo è ritenuta il quinto più importante fattore di rischio per mortalità globale.

La proteina che è in grado di bloccare lo sviluppo di questa patologia, presente in tutte le cellule dell’organismo umano, si chiama Elf4e e riveste un ruolo importante nella sintesi proteica. Secondo l’autore dello studio californiano, il ricercatore Davide Ruggero, basterebbe diminuire la sua attività, geneticamente o attraverso l’utilizzo di farmaci adeguati, per ridurre i chili di troppo. Si otterrebbe lo stesso risultato anche se il paziente continuasse a seguire un regime alimentare ricco di grassi nocivi per l’organismo, come quelli saturi e trans.

Il team di ricerca ha scoperto che questa proteina è responsabile in assoluto dell’immagazzinamento dei grassi, soprattutto quando si segue una dieta ricca di questi composti organici che, accumulandosi in diversi organi, sono i responsabili in assoluto dell’obesità e delle cosiddette “goccioline lipidiche”.

Esse si concentrano all’interno dei tessuti di diversi organi, in primis il fegato. Quando ciò avviene, i grassi possono provocare malattie gravi come la steatosi epatica non alcolica, nota come “fegato grasso”. Il fegato grasso è caratterizzato da un accumulo di grasso sotto forma di trigliceridi che colpiscono gli epatociti. Provoca dolore addominale e senso di pesantezza, soprattutto dopo i pasti e alitosi.

Grazie a questo studio è emerso, inoltre, che è la proteina Elf4e è anche una delle principali cause di tumori del fegato. Il team capeggiato da Ruggero da tempo si sta occupando di sviluppare un farmaco innovativo, in grado di bloccare lo sviluppo di forme tumorali legate all’obesità e al sovrappeso.

Attualmente questo farmaco è in fase di sperimentazione ma si è già dimostrato in grado di ridurre efficacemente non solo i livelli di obesità ma anche di operare sull'accumulo di grasso e di steatosi epatica in caso di alimentazione ricca di grassi.

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