Il piano per promuovere l'acqua del rubinetto

Più controlli e un'analisi dei rischi territoriali Ecco il modello di prevenzione obbligatorio

Viviana Persiani

Non tutti sanno che gli italiani sono tra i più assidui consumatori di acqua in bottiglia. Nonostante le attente sensibilizzazioni di campagne volte a promuovere il consumo di acqua del rubinetto, continuiamo a farci carico del peso e del costo di bottiglie e bottiglioni. Perché questa diffidenza verso l'acqua del rubinetto? Per tutelare la sicurezza del consumatore e tranquillizzarlo, nell'area metropolitana di Milano è stato adottato il Water Safety Plan, un sistema innovativo e di tecnologia di ultima generazione applicato su tutta la filiera dell'acqua, al fine di promuovere un aumento del consumo di acqua proveniente dall'acquedotto.

Luca Lucentini, direttore del Reparto di Qualità dell'Acqua e Salute, all'Istituto Superiore di Sanità, parla di «strategia nata dall'evidente necessità di rafforzare sostanzialmente la filiera dell'acqua e di conseguenza la salute dei cittadini. Finora, nei casi che hanno messo in crisi la sicurezza dell'acqua di rubinetto, è mancato un dialogo tra le varie parti che hanno conoscenza dei fenomeni che possono generare contaminazione delle falde nel territorio e gli attori del sistema di gestione idro-potabile: ora è partita una ristrutturazione basata su un modello di prevenzione obbligatorio».

In cosa consiste questo modello? «I gestori dell'acqua pubblica, nel caso specifico milanese il Gruppo CAP, deputato alla gestione del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, svolgono un esame attento di tutte le informazioni che derivano dal territorio, compiendo un monitoraggio ambientale molto avanzato». Il sistema, dunque, non solo analizza l'acqua prima che esca dal rubinetto, ma la segue durante tutto il suo percorso. «È importante garantire ai cittadini il diritto all'acqua che è sempre stato dato per scontato: ora, grazie alle Autorità sanitarie e ambientali con le quali stiamo lavorando, il nostro modello si profila come strategia per garantire un consumo sicuro dell'acqua potabile».

Più controlli, dunque, un aumento dei prelievi e dei parametri, una mappatura dei rischi e tecnologie innovative per garantire sicurezza e trasparenza dell'acqua del rubinetto. «Finalmente qualcosa si muove - dichiara Alessandro Russo, presidente e amministratore del Gruppo CAP-. Si tratta di un progetto ambizioso che richiede tecnologia e competenze e anche conoscenza del territorio. Dopo un anno di preparazione, ora il progetto in corso ha decretato il cambiamento del paradigma del controllo dell'acqua.

Con il Water Safety Plan si possono migliorare i controlli analizzando tutti i rischi, anche quelli territoriali, elaborando una mappatura ad hoc e un piano di controllo più preciso e personalizzato, seguendo la cosiddetta logica predittiva e in tempi reali».

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