
Un "patto per Milano", sul progetto da 1,2 miliardi del nuovo stadio di Milan e Inter che "secondo noi è assolutamente da sostenere, con una serie di vincoli e garanzie, perchè rigenererebbe un'intera area e può portare a una crescita dello 0,3% del Pil" e sul tema del "Salva Milano", perchè le inchieste e il caos sull'urbanistica tengono "bloccati 150 cantieri, le case di 4.500 famiglie, investimenti sulla città". É l'offerta che Forza Italia lancia al sindaco Beppe Sala e al centrosinistra - o almeno dell'ala riformista del Pd - per "uscire dallo stallo". A lanciarla è la presidente della Consulta nazionale di Fi ed ex sindaco Letizia Moratti accanto all'altro due volte sindaco del centrodestra Gabriele Albertini, al coordinatore regionale Alessandro Sorte e cittadino Cristina Rossello, ai consiglieri Alessandro De Chirico e Deborah Giovanati e l'assessore regionale Gianluca Comazzi. La giunta Sala conta di approvare la delibera sulla vendita dello stadio e delle aree intorno domani o al più tardi giovedì, il Consiglio sarà chiamato a votare il 29 e Moratti ricorda che Sala ha ritirato la minaccia di dimissioni "perchè non è sicuro di avere i numeri, la sinistra è spaccata". Ma così facendo ha "riportato la discussione su un piano di merito ed è positivo, Fi aveva detto che non sarebbe stata la stampella se fosse stato un referendum politico sul sindaco. Terremo una posizione unitaria con gli alleati ma ci sentiamo ora di fare un passo avanti. Se si ferma l'Italia si ferma il Paese, quindi offriamo uno strumento bipartisan che restituisca visione, il bene della città viene prima dei posizionamenti politici". Moratti precisa che il percorso su San Siro "è stato opaco, intanto per esprimerci nel merito dovremmo conoscere esattamente la delibera e se avranno la sensibilità di presentarci i contenuti prima della giunta lo apprezzeremo". Ma il tema "è strategico, è un progetto importante nel suo complesso". Fi chiede garanzie in particolare su verde, parcheggi, minori oneri da parte del Comune. Il Patto però è legato "allo sblocco dei due progetti insieme" e Moratti crede che "il centrosinistra dovrebbe responsabilmente accettare". Albertini vede nel caso San Siro analogie con la Fiera ai suoi tempi, "ci chiedevano un nuovo polo per essere competitivi a livello internazionale" e nacque Rho Fiera. Ricorda anche - che sia di lezione a Sala - che per 3 volte in 9 anni mise sul tavolo la lettera (vera) di dimissioni per superare impasse. "Chiediamo uno sforzo anche al centrosinistra perché il patto si fa in due - puntualizza Sorte -. L'area riformista del Pd deve alzare la testa, non possiamo consegnare la città ai talebani verdi come li chiama Albertini o radicali come li definisco io". Un appello che sembra guardare ben oltre i due casi contingenti. Fi ha già proposto ad Azione (e pure ai riformisti dem) di correre con il centrodestra alle prossime comunali, e "Fi non è per la decrescita felice", leggi quella dei 5 Stelle, "ma per la centralità della capitale economica del Paese". Milano, conclude Moratti, "può essere laboratorio di buongoverno. Nel vuoto della giunta ci sentiamo propositivi". E pensa che "gli alleati non si tireranno indietro".
Per ora Fdi e Lega bocciano. Il capogruppo Riccardo Truppo spiega che FdI "si è sempre seduta in maniera costruttiva a trattare i problemi ma non vogliamo sostituirci a una maggioranza traballante, non potrà trovare aiuto in aula da parte nostra". É "nel dna della Lega essere responsabili - dice il capogruppo Alessandro Verri - ma lo stallo si risolve mandandoli a casa".
La Pd Beatrice Uguccioni afferma: "L'opposizione faccia quello che meglio ritiene, se ci sono proposte interessanti le valuteremo". Il capogruppo dem in Regione Pierfrancesco Majorino addirittura sull'edilizia attacca: "Fi riapra le case Aler vuote invece di pensare a nuove cementificazioni".