Scusate se sono due giorni di fila che parlo di Sampdoria, ma la squadra di Novellino, stasera, è di fronte alla partita della vita. Se i blucerchiati falliscono anche oggi e perdono con il Chievo, la stagione si può considerare quasi finita: due obiettivi su tre sono falliti, il terzo si allontanerebbe. È pur vero che il conto al ristorante arriva alla fine, come ripete spesso Walter, ma i piatti serviti finora sono talmente indigesti da non autorizzare grandi speranze.
Soprattutto, se il Doria non dovesse tornare da Verona con un risultato positivo e se il campionato prendesse una brutta piega - cosa che ovviamente non ci auguriamo in nessun modo - forse non sarebbe solo la fine delle speranze di questanno. Sarebbe la fine di un ciclo: esaltante, straordinario, incredibile per i risultati ottenuti in poco tempo. Ma, come tutti i cicli, destinato a finire. E, a quel punto, sarebbe meglio che le strade di Novellino e della Samp si dividessero. Meglio per tutti: questione di stimoli, di prospettive, di necessità di cambiare. Persino Capello e Lippi, a un certo punto, hanno lasciato Milan e Juve, anche se inanellavano trofei su trofei.
Quello che ci fa piacere è che, anche se le strade dovessero dividersi, ci troviamo di fronte a un tecnico che sa fare autocritica, a differenza di alcuni suoi aedi. Walter dopo le dichiarazioni, sbagliatissime, di domenica ha detto parole perfettamente sovrapponibili a quelle scritte da noi ieri: «Basta alibi, serve più cinismo». E ancora: «Il terreno a Genova non ci sta aiutando, ma è brutto anche per gli avversari, quindi non dobbiamo piangerci addosso, ma pensare ad essere più attenti in difesa e concreti sotto porta». Perfetto, se per caso Novellino lascia la Samp, un posto da editorialista al Giornale è assicurato.
Per il resto, cè solo da augurarsi che la Sampdoria di stasera sappia darsi un tono. Almeno, un Tonetto.
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