Cinque posti di polizia per cinque posti di «frontiera». Li chiederà, martedì prossimo in consiglio comunale, il consigliere Pdl Aldo Praticò, che ieri ha sottolineato come da qualche tempo i pronti soccorso cittadini sono invasi da «ubriachi, tossicodipendenti e gente dedita alle risse che spaventano sia i cittadini bisognosi delle cure, sia il personale sanitario che talvolta è costretto a barricarsi fra le corsie».
La domanda di aprire nuovamente i posti fissi di polizia, dopo che nel duemila erano stati eliminati, sarà presentata direttamente all'assessore-sceriffo Scidone che nei mesi scorsi ha puntato anche sull'iniziativa anti-prostituzione.
Oggi soltanto l'ospedale San Martino e il Galliera sono provvisti di agenti in grado di intervenire immediatamente in sala d'aspetto e in corsia anche per semplici alterchi. Negli altri pronti soccorso come al Villa Scassi di Sampierdarena, al San Carlo di Voltri, al Padre Antero Micone di Sestri Ponente e a quello pediatrico del Gaslini di Quarto spesso il personale ospedaliero è in trincea.
«Non passa giorno e soprattutto notte - spiega uno dei camici bianchi - che non si presenta un ferito da accoltellamento. Una volta non era così frequente. Poco meno di quindici giorni fa sono stato aggredito io stesso da uno squilibrato. Siamo in prima linea e siamo lasciati soli anche se, quando telefoniamo al 113, le forze dell'ordine intervengono sempre con la massima celerità. I posti fissi con almeno un agente in divisa sono necessari pure a Voltri, Sestri Ponente e soprattutto a Sampierdarena, dove ormai le corsie sono diventate terra di frontiera».
«Quando ci sono gli scalmanati - dice un'impiegata dell'accettazione del Villa Scassi - siamo quasi costrette rifugiarci e rinchiuderci in ufficio. È da anni che chiediamo il ripristino del posto fisso di polizia, ma purtroppo non ci danno ascolto. Il nostro bancone, inoltre, è aperto e tutti possono aggredirci o violare la nostra privacy mentre lavoriamo. Ci vorrebbero almeno delle barriere di vetro oppure un'altra location, dove si possa svolgere la nostra mansione con un minimo di sicurezza».
Aldo Praticò, che ha raccolto nei mesi scorsi altre lamentele, ha in mente un progetto interforze per colmare la lacuna dei pronti soccorso genovesi.
«All'assessore Scidone - continua Praticò - intendo suggerire di creare un nucleo apposito con agenti della polizia municipale, della polizia di Stato, dei carabinieri e dei finanzieri, che, a rotazione, svolgano il servizio di presidio e di prevenzione del territorio in tutti i pronti soccorso che ne sono sprovvisti.
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