Roma

San Gregorio, bella e medievale

Loredana Gelli

In onore del patrono dei butteri, prodotti tipici e visite guidate. Sant’Isidoro viene festeggiato in questo week-end a San Gregorio da Sassola con le atmosfere legate alla vita campestre: grigliate di carne vaccina organizzate dai butteri locali, spezzatino al sugo e fettuccine al ragù, musica e dolci tipici preparati dalle massaie del paese.
Il borgo medievale di San Gregorio da Sassola è immerso nel verde incontaminato dei Monti Prenestini. Il nome venne scelto in onore del papa Gregorio Magno e l’aggiunta «da Sassola» è motivata dal fatto che, secondo Kircher, nel sito originario, sorgeva Saxula, città degli Equi. La cittadina è anche famosa per la produzione di olive in salamoia, della pasta d’olive da spalmare sul pane e dell’olio extravergine, prodotti che si potranno acquistare negli stand.
Lo sperone tufaceo su cui si staglia il paese ne accentua l’aspetto spiccatamente medievale caratterizzato dal bel Castello Brancaccio, edificio originario del X secolo, poi rimaneggiato in pieno Rinascimento, con l’affascinante ponte levatoio, ancora ben conservato, sotto il quale passa la strada che porta all’interno del centro abitato. Nell’ala fatta costruire dal cardinale Prospero Publicola Santacroce attorno al XVI secolo si possono ammirare alcune sale affrescate da Federico Zuccari. Si deve aspettare il secolo successivo per vedere nuove opere di ammodernamento volute dal Cardinale Carlo Pio di Savoia che lo acquistò nel 1655. Dopo un periodo di abbandono, nel 1840, il castello tornò ad essere abitato dal duca di Ulcera e sua moglie Bernardina Fernandez de Velasco e, nel 1989, i principi Brancaccio lo cedettero al Comune.
L’antico maniero divide il paese esattamente in due parti. Molto bella è la facciata che dà sulla piazza sottostante con le splendide finestre crociate, i maestosi merli che coronano i muri perimetrali, la svettante torre quadrangolare e le possenti mura che narrano la storia di antiche lotte. La ristrutturazione del vecchio centro storico si deve, ancora, al cardinale Carlo Pio di Savoia, che fece costruire il caratteristico borgo Pio, parte nuova del paese, raggiungibile dal piazzale del castello e costituito da una strada fiancheggiata da cinque schiere di case, terminante in una piazza ellittica divisa in quattro quartieri, ciascuno dedicato a un santo, e chiamata «teatro». Nel teatro si trova anche piazza Padella, realizzata su probabile disegno della scuola del Borromini, il parco comunale ricco di alberi secolari e le chiese cinquecentesche di San Sebastiano e di San Gregorio Magno. Fuori dal paese si trovano il complesso monastico di Santa Maria Nuova e la Chiesa di San Giovanni Evangelista. Da godere ancora gli splendidi panorami sul territorio circostante e l’area archeologica, ricca di testimonianze risalenti al tempo della Roma repubblicana e imperiale come i resti degli acquedotti e i tre ponti (Sant’Antonio, San Pietro e le Mole o gli Arci).

Purtroppo, oggi, alcuni dei ponti versano in stato di abbandono ma continuano ad essere utilizzati come passaggi pedonali da una riva all’altra dei fossi sottostanti.

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