Il San Martino è tornato sano I padiglioni sono sempre malati

Diversi viali del complesso ospedaliero «occupati» dai rifiuti: elettrodomestici, motocicli e documenti

Il San Martino è tornato sano  I padiglioni sono sempre malati

(...) disagi al personale, ai degenti e ai visitatori, anche se la buona organizzazione della ditta che esegue i lavori riduce al minimo i problemi. Il cammino verso l’efficienza, intrapreso per migliorare la qualità del servizio, non può non comportare, quasi inevitabilmente, difficoltà e ostacoli. È quello che balza agli occhi camminando tra i viali che, dall'entrata principale, conducono fino in cima al padiglione Maragliano. Entrando poi in qualche padiglione, si notano alcune evidenti anomalie che sembrano andare oltre le ragioni dei «lavori in corso». Ad esempio: i cartelli col divieto di fumare sono presenti ovunque, ma non vengono rispettati. Gli stessi dipendenti lamentano «che si fuma liberamente in alcuni locali, anche aperti al pubblico, e nei bagni delle corsie, basta entrarci dentro per sentire un forte e fastidioso odore di nicotina, e tracce di cicche si trovano in ogni angolo». Non è tutto: lungo il viale che conduce al Maragliano, a bordo strada, sui prati del parco adiacente si trova abbandonato ogni genere di rifiuto. Pezzi di motociclette, lavandini, televisori spaccati e vetri sparsi, frigoriferi, lavatrici, addirittura un vecchio video poker, e anche alcuni documenti.
Entrando in un padiglione nelle vicinanze, si nota una botola aperta (pare che sia stata «inaugurata» lo scorso giugno e nessuno l'abbia più richiusa). Il buco si trova lungo il tragitto che normalmente si percorre per raggiungere gli ambulatori di medicina sportiva: nascosta dietro l'angolo, risulta un perfetto e pericoloso tranello a cielo aperto.
I lamenti continuano: ecco un barilotto abbandonato colore blu con una etichetta preoccupante - «materiale tossico» - che mette in allerta. Qualche decina di metri più avanti, c’è una scalinata che scende verso il nulla. Definirla pericolosa è poco: priva di gradini, sporca e senza alcun tipo di segnalazione, né scritta né visiva, che metta sull’avviso dell'evidente pericolo. Sulla destra, più a valle, il padiglione delle malattie infettive è nuovo e pulito, ma una centralina elettrica, rotta e con i fili scoperti, fa (brutta) mostra di sé davanti all'ingresso dove passa il pubblico. Lo stesso effetto sinistro che fanno quei cavi elettrici che corrono lungo i muri esterni di alcuni padiglioni, e in parte attraversano anche la strada, a dispetto delle più comuni norme antinfortunistiche. Ci si mette di mezzo anche la fauna, sotto forma di una dozzina di gatti, paffuti, che accompagnano simpaticamente i visitatori fino all’ora prevista per il pasto. A quel punto i felini spariscono per ricomparire a distanza, tra i padiglioni 7 e 8 dove, comodamente sdraiati davanti a un piatto, vengono amorevolmente accuditi da alcune persone in camice bianco.
Siamo ben lontani, è vero, dalla malasanità denunciata in altri ospedali italiani: il San Martino ha raggiunto un livello di qualità generalmente riconosciuto dai pazienti e dai loro familiari, che trova puntuale riscontro nelle promesse - mantenute - nell’ampia «Carta dei servizi».

Ma questo non significa, come confermano i «piani alti» del complesso, accontentarsi e tanto meno abbassare la guardia. I detriti restano, i padiglioni sono ancora in qualche modo ammalati, ma gli sforzi proseguono per avere finalmente «una sanità in ottima salute».

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