Claudia Passa
Riecheggia fra limponente colonnato del Bernini e la santa Basilica della cristianità linterrogativo che da qualche tempo attraversa i fedeli abituali e parte dei pellegrini che ogni giorno si riversano nelle navate della chiesa più importante del mondo. «Cosa succede a San Pietro?», ci si chiede. E la domanda non è retorica, se ci si accosta a unora qualsiasi di un giorno qualsiasi al cospetto dellemblema supremo di quei luoghi sacri di cui Papa Ratzinger ha più volte invocato il rispetto e la cura.
A soli sei anni dal restauro giubilare della facciata del Maderno, che con due anni e mezzo di lavoro e limpiego di 150 professionisti ha restituito splendore e raccolto consensi per il rigore nellesecuzione e la sofisticatezza dei mezzi utilizzati, lo spettacolo che si presenta alla vista non è più lo stesso. Laffluenza seppur massiccia non è più quella dellAnno santo, ma leterno conflitto fra la sacralità del luogo e linevitabile richiamo turistico sembra volgere in favore del secondo. A cominciare dallindisturbato bivacco da gita scolastica allombra del colonnato che si presenta alla vista di fedeli e visitatori incastrati nel tortuoso serpentone di transenne. Allesterno poco o nulla - salvo lo splendore della Basilica - sembra lasciar presagire di trovarsi al cospetto del cuore della cristianità. Il problema, che ultimamente tiene banco fra fedeli e «addetti ai lavori», è che anche dopo aver varcato la soglia si fatica a cogliere il senso ieratico del luogo in cui ci si trova.
Cè chi lamenta lo scarso controllo sullabbigliamento di chi entra, spesso poco consono nonostante un cartello ormai malconcio ai lati della piazza e qualche pannello nei pressi dellingresso vietino canottiere e affini. Cè chi rimpiange il rigore del Giubileo, quando personale attento e sempre presente pretendeva compostezza e decoro offrendo in cambio disponibilità e cortesia. Oggi i pochi «sampietrini» che si vedono sono impegnati per lo più a «dirigere il traffico» dei turisti che si accalcano brandendo telefoni cellulari per catturare istantanee di un fugace passaggio, per poi dividersi fra gli altari laterali, dove leggii poco artistici offrono in fotocopie a colori sommarie informazioni sulle opere, e vistose lastre di plastica indicano nelle diverse lingue che nei banconi in legno con inginocchiatoio è possibile lasciare offerte.
Nei pressi delle acquasantiere allinizio della navata centrale, a pochi passi dalla Pietà di Michelangelo, fra cartelli colorati simili a segnali stradali e nastri metallici che ad alto volume invitano al silenzio, cè chi giura daver trovato traccia del passaggio di piccioni attraverso segni assai poco mistici. Ma così sia, si fa il segno della croce e si prosegue il giro. Si esce e si rientra, altro slalom, altre transenne, altre file che si incrociano, altre radioline che gracchiano. Imboccato il corridoio laterale che conduce alle grotte vaticane e alle tombe dei Papi, si accende laltoparlante, e una voce (troppo alta) ricorda che ci si trova in un luogo sacro e invita al raccoglimento.
Lungo il percorso che sul fianco della Basilica, sotto la cappella Sistina, porta fino alla cupola, altri restauri sono in corso. E qui è la comunità degli architetti specializzati che si interroga. Già, perché si dice che nella stessa San Pietro che appena sei anni fa celebrava la facciata messa a nuovo con tecniche davanguardia, sarebbe invalsa labitudine di restaurare con il pennello, dipingendo sullo sporco invece di ripristinare il preesistente. Allo stesso modo in cui, allinterno della Basilica, lantica usanza di lavorare i marmi consumati dal passaggio con marmi nuovi ma di scavo avrebbe ceduto il passo alla sostituzione con pietra moderna. Il dibattito è acceso, seppur circoscritto ai cenacoli specializzati. Ma pian piano sta investendo anche i fedeli, che nel tempio dei cristiani, di Papa Benedetto XVI che più volte ha levato la sua voce chiedendo rispetto per la casa del Signore e splendore per la sua Chiesa, ormai riescono difficilmente anche a vedere la Tomba di San Pietro, al di sotto del baldacchino bronzeo di Bernini.
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