San Raffaele, i milanesi dal premier Fiori, auguri e anche un panettone

Ci sono i ministri, i sindaci di Monza e di Brianza che vanno da lui guidati dal presidente della Provincia Podestà. E poi c’è la gente comune venuta qui fuori dall’ospedale soltanto per dimostrargli la propria solidarietà. Con un panettone, un mazzo di fiori e un bigliettino con scritto «Silvio guarisci presto». Per dirgli che lui è il più forte di tutti e che loro lo sanno. San Raffaele, il giorno dopo l’aggressione al premier Berlusconi. I primi cartelli li hanno messi ieri notte, un cartonicino con una bandiera italiana appeso proprio all’ingresso del pronto soccorso, accanto a due poliziotti. «Presidente Berlusconi, una pronta guarigione. Gli italiani veri sono con te, sempre». Poi ci sono quelli che appena vedono sfilare un’auto blu fermano i politici per chiedere di portare un messaggio al loro beniamino. «Gli dica che siamo tutti con lui», sussurra una donna al presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri mentre si avvia verso il reparto Q, al settimo piano. È qui la stanza di Silvio Berlusconi, la 713, dove riceve le sue visite. Fuori dalla porta ci sono le guardie del corpo e accanto altre due camere adibite alla protezione, mentre in corridoio uno stuolo di poliziotti sorveglia gli ingressi. Alcuni curiosi riescono ad arrivarci. «Volevo solo salutare il presidente», spiega Antonia al capo della sicurezza prima di essere rispedita al piano terra. Se fosse per lei quelli come Di Pietro che lanciano il sasso e poi tirano via la mano, o Bersani, li metterebbe nella fontana. A mollo.
«Quando uscirà dall’ospedale, Berlusconi ha promesso di voler fare una cena con tutti i sindaci del territorio che ieri sono andati a trovarlo», raccontano commossi dalla delegazione dei primi cittadini. «Ho trovato il premier in ripresa - ha commentato Podestà che ha portato i saluti dei sindaci di Monza e Brianza al presidente del consiglio -. Era in condizioni fisiche migliori di quelle che mi sarei aspettato».
Anche il presidente della Regione, Roberto Formigoni arrivato nel pomeriggio al San Raffaele ha detto di aver trovato il premier «combattivo come sempre e tranquillo». «È molto amareggiato per il clima d’odio e di delegittimazione in cui nascono queste cose - ha spiegato -. Sembra che Berlusconi sia la riedizione di Belzebù all’ennesima potenza, la causa di tutti i mali». Dopo le manifestazioni di venerdì e sabato e dopo l’aggressione in piazza del Duomo, Formigoni si auspica che questo clima finisca al più presto. «Sono d’accordo con quanto dice Pansa sul ritorno degli anni 70: non vorrei che qualcuno dicesse “sbagliano, ma tanto sono compagni”». E nel caso in cui ci fosse bisogno di una «leggina» per garantire alle forze dell’ordine che il loro primo compito è difendere l’ordine pubblico, se ne potrà discutere in Parlamento.

«Il diritto di adunanza è superiore a quello dei contestatori - ha concluso il presidente della Regione -. Non sto parlando di modificare la Costituzione, ma del fatto che anche la polizia va rassicurata nel poter svolgere il proprio dovere in tranquillità».

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