È di un morto e otto ricoverati per 11 casi totali il "raggio di azione" del focolaio di legionella individuato nel pomeriggio di ieri nel quartiere di San Siro, nelle vicinanze di via Rembrandt. "I casi segnalati sono 11 - rende nota Ats Città di Milano - e presentano fattori di rischio predisponenti per l'infezione da legionella".
L'Agenzia per la Tutela della Salute ha avviato le indagini per " identificare l'origine del contagio con campionamenti nelle abitazioni, i cui esiti di laboratorio sono ancora in corso, e con la valutazione di altri luoghi sensibili del quartiere".
Trattandosi di un batterio che si trova nelle tubature dell'acqua, la sua presenza può essere intensificata da residui di ruggine o calcare all'interno o nei rubinetti in modo particolare quando l'acqua ristagna. Altra origine possibile è negli impianti di condizionamento con umidificazione.
Le indagini si stanno concentrando quindi per capire dove sia localizzato esattamente il batterio, se si trovi nelle tubature dell'acquedotto del quartiere, nelle acque pubbliche o nei tubi di un singolo condominio.
Il contagio avviene esclusivamente attraverso l'inalazione di minuscole gocce (aerosol) di acqua contaminata. Tradotto: non è possibile contrarre l'infezione da persona a persona, né bevendo l'acqua.
I sintomi della legionellosi possono variare da lievi che si presentano sotto forma di prodromi simil-influenzali a gravi come polmonite, includendo febbre, brividi, mal di testa, dolori muscolari e tosse. Le forme più gravi possono manifestarsi con difficoltà respiratorie, dolore toracico o diarrea, nausea, vomito, confusione mentale e dolori addominali
Tra le precauzioni che è utile adottare per evitare il contagio l'accorgimento di portare l'acqua di boiler e scaldaacqua autonomi a una temperatura compresa tra i 45 e 48 gradi in modo da "uccidere" il batterio (prolifera a una temperatura compresa tra i 20 e i 45 gradi), così prima di fare la doccia è bene fare scorrerere prima l'acqua calda e poi quella fredda allontanandosi dal punto di emissione e tenere aperta a finestra del bagno per evitare di inalare le gocce di acqua eventualmente infetta prima che sia stata "sanificata" dall'alta temperatura.
Così evitare ovviamente di riempire gli apparecchi per aerosolterapia e ossigenoterapia dal rubinetto.Gli ultimi casi si sono registrati a luglio nelle case di via Rizzoli, dove già nel 2017 gli inquilini si erano trovati nella stessa situazione. L'ondata recente aveva contagiato nove persone, di cui un morto.