«A San Vittore chi ha preso la città in ostaggio»

«È stata una brutta giornata per Milano, ma anche per tutto il Paese. Fatti gravi, ora lasciamo le indagini agli investigatori e alla magistratura fare il suo lavoro». Dopo la domenica horribilis del tifo selvaggio, il sindaco Letizia Moratti invoca tolleranza zero con chi ha preso in ostaggio la città. Stadio, corso Sempione, piazza Duomo con tutto il corredo di sassaiole e vandalismi contro il commissariato San Siro e la caserma dei carabinieri di via Monti. Da Roma arriva subito una replica che sembra poter rassicurare. «Mi auguro - le parole del ministro dell’Interno Giuliano Amato - che si individuino a uno a uno i responsabili dei gravi scontri di ieri a Roma, Milano e Bergamo».
«C’è un problema di fondo nel nostro Paese - riflessione della Moratti - ed è legato alla cultura della legalità e del rispetto delle regole. Qualche volta, come in questo caso, purtroppo ci sono delle deviazioni. Credo che anche nello sport occorra tornare a una cultura intesa come competizione positiva che non può degenerare nella violenza. Facciamo vivere ai giovani la competizione così come va vissuta, con valori che devono unire e non dividere». Vicinanza «mia e della giunta alla famiglia di Gabriele Sandri e ai suoi amici colpiti da un immenso dolore», esprime il presidente della Provincia Filippo Penati che sottolinea come «sarebbe stato doveroso interrompere, di fronte alla morte di un giovane, tutte le partite di campionato».
D’accordo Ignazio La Russa. «Mi chiedo - attacca il capogruppo alla Camera di An, a margine di un incontro dell’Aldai, l’associazione dei dirigenti - come abbia fatto Amato a non vietare tutte le partite. E a non capire che giocare avrebbe dato il là ai facinorosi e a chi voleva mettere a ferro e a fuoco le città. Gli incidenti potevano essere evitati, nel tragico evento ci sono state delle responsabilità che andranno accertate, ma dopo ci sono stati errori madornali. Un alibi incredibile per chi ha, nei confronti delle forze dell’ordine, un pregiudizio ingiustificabile. Bisogna stare attenti a non fare di tutta l’erba un fascio e ammettere che gli errori sono stati prima di tutto politici».
Accuse pesantissime al governo anche da Paola Frassinetti. «Si assuma le proprie responsabilità - rincara la dose l’onorevole di An - perché avrebbe dovuto, una volta appresa la notizia dell’uccisione del giovane, sospendere tutte le partite.

E invece ha mantenuto un atteggiamento di reticenza ed incertezza durato tutta la giornata che ha contribuito ad alimentare la tensione poi sfociata nelle violenze che hanno devastato le città». Ieri un minuto di raccoglimento in consiglio comunale. «Lo sport - ricorda il presidente Manfredi Palmeri - deve essere legato alla vita e alla gioia, non alla morte e alla violenza».

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