La protesta del personale sanitario contro il taglio delle risorse aggiuntive (circa 100 euro al mese sullo stipendio) raggiungerà la fase acuta tra oggi e domani con manifestazioni di piazza, cortei e scioperi. Gli ospedali della capitale, ma anche le strutture di provincia, sono in seria difficoltà per l«epidemia» degli infermieri che si sono dati malati per esprimere il proprio dissenso contro i tagli. Dopo il San Filippo Neri e il Pertini pure il San Camillo, il Santo Spirito, il San Giovanni e il SantEugenio stanno avendo seri problemi e non manca chi, pur prendendo le distanze dallassenteismo, esprime netta e chiara la protesta: «Ci vuole un segnale preciso dalla giunta Marrazzo: le dimissioni dellassessore alla Sanità Augusto Battaglia». A scandire così il dissenso è la Fials Confsal regionale che ne farà richiesta esplicita oggi durante la manifestazione organizzata davanti alla Regione. Già due settimane fa, in occasione dellapprovazione del provvedimento sulla decurtazione del «bonus di produttività», in merito allutilizzo delle risorse aggiuntive regionali per la contrattazione integrativa, il sindacato autonomo aveva già precisato come «si vada a inficiare la valorizzazione delle professionalità mediche e infermieristiche, a deprezzare la produttività in corsia e in ambulatorio, e - spiega Gianni Romano, segretario regionale - non si dà alcuna certezza futura sugli impegni economici dei prossimi anni. Così pure per le indennità dei servizi socio-assistenziali, le loro finalità strategiche e la qualità dei servizi dedicati alla salute». Conti alla mano, la decisione di decurtare lintegrazione peserà sulle tasche degli operatori per ben tre anni consecutivi e per un ammontare netto di 138 milioni di euro. Il tutto nellambito di quel piano di rientro del deficit che cerca misure aggiuntive per essere attuato. Altro che stabilizzazione del precariato: qui mancano i soldi perfino per retribuire chi è di ruolo. Ed è proprio in nome del precariato e contro i tagli agli stipendi che, le segreterie unitarie di Cgil, Cisl e Uil, hanno proclamato per domani una giornata di sciopero con tanto di corteo per le strade della capitale e un comizio finale a piazza Farnese. Intanto Donato Robilotta (Sr) chiede che Marrazzo «venga a riferire in aula a meno che non si debba formalizzare e un tavolo tra i commissari statali sulla sanità e i capigruppo della opposizione per sapere cosa sta succedendo».
Sulla gravità del momento ha le idee chiare il vicepresidente della commissione Sanità, Stefano De Lillo (Fi), che sottolinea la preoccupazione per la crisi della sanità convenzionata mentre «a rendere surreale il quadro ci sono tagli che non vengono giustificati».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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