RomaA Nichi Vendola quella strigliata di Giulio Tremonti non è andata proprio giù. Il ministro dellEconomia ha accostato la sua amministrazione ai governi della Grecia quando era sulla via della bancarotta, lo ha ridotto a un George Papandreou qualunque, vincolando il suo mandato al risanamento dei conti, quando lui vorrebbe diventare il Lula italiano. «Noi non vogliamo che la Puglia diventi una nuova Grecia», ha detto Tremonti motivando la bocciatura del piano di rientro dal debito sanitario presentato dal governo pugliese. Tremonti ha spiegato che si può fare politica quanto si vuole, ma solo rimanendo nei limiti delle compatibilità finanziarie. «Non credo che la Puglia sia il luogo per esperimenti rivoluzionari». E fino ad ora è stata unamministrazione «non responsabile». Ieri non è andata meglio alla Calabria che è stata commissariata: la Guardia di Finanza affiancherà il presidente Giuseppe Scopelliti, che è di centrodestra, per sancire «il ritorno dello Stato», come ha detto Tremonti.
Ma a Vendola non è bastato essere in buona compagnia e ha perso le staffe come non gli succedeva da tempo. Ha accusato il ministro di «sabotaggio politico, economico e sociale nei confronti della Puglia». Poi si è scagliato contro lopposizione di centrodestra di Rocco Palese bollando lesponente del Pdl insieme al ministro Raffaele Fitto, pugliese anche lui, «nemici della patria». Vendola assicura di avere i conti a posto e di pagare lo squilibro degli anni 2006-2008 (durante i quali peraltro governava lui). E assicura che il problema è che i suoi nemici, interni ed esterni, mirano a fargli aumentare le tasse e non assumere. In realtà la sanità pugliese è sotto i riflettori e non solo per gli squilibri economici.
Ma la Puglia è una regione generosa e il suo presidente non tollera briglie alla sua creatività. Almeno questo emerge quando si spulciano i documenti delle spese regionali. Generosissime quando si tratta di offrire consulenze, investire in spettacoli, comunicazione e programmi di cooperazione internazionale. La Corte dei conti ha fatto le pulci al governatore e ha notato che qualcosa non va. Ha trovato 1,6 milioni di euro in spese per le consulenze contro i quasi 80 mila euro dichiarati. Poi la promozione. Le notti bianche, qualche giorno di concerti serali, sono costate sei milioni di euro presi dai fondi europei. E tra le spese spuntano chicche come gli stanziamenti per la sagra del pesce fritto (15 mila euro), due milioni per il Salento da amare. Un capitolone di spesa, quello del marketing, da 13 milioni allanno, che include anche poco meno di 160 mila euro per la promozione e la rappresentanza dello stesso presidente Vendola.
Poi ci sono le spese più recenti. La giunta Vendola ha deciso di dare alla Rai, per la precisione alla trasmissione «Okkupati» che tratta i problemi del lavoro, 432 mila euro. Una partnership tra la televisione di stato e la regione, «con l'obiettivo di informare il pubblico, con particolare riferimento a quello giovanile, sulle opportunità di impiego». Ancora da verificare se l investimento abbia dato i sui frutti.
Ancora più ambiziose le mire della Puglia a proposito di cooperazione internazionale e politiche per la pace. Nel 2009, mentre i conti per la sanità dei pugliesi andavano in malora, lassessorato al Mediterraneo stanziava 40 mila euro per «La salute nei distretti della Cisgiordania», 80 mila euro per lemergenza umanitaria nella striscia di Gaza e 20 mila euro per il progetto «Palestiniadi», strutture sportive per palestinesi in Libano.
Sanità a picco e consulenze a pioggia Tremonti: per la Puglia rischio Grecia
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