Sanità, la rivoluzione-Polverini

Il termine fissato al tavolo tecnico con il governo è fine maggio: entro quella data la Regione Lazio dovrà dimostrare di aver messo a punto un piano di riorganizzazione ospedaliera che consenta di rientrare nei parametri di spesa stabiliti. Ma per evitare di ricorrere al paventato aumento delle aliquote regionali su Irpef e Irap, «non ci saranno ulteriori tagli di posti letto. Abbiamo, invece, intenzione di riconvertirli» ha spiegato Renata Polverini a margine del convegno «Regioni: quali politiche per la vita?», insieme con il governatore della Lombardia Roberto Formigoni.
«Riconvertire - ha assicurato il presidente del Lazio - significa rispondere a quelle esigenze di territorialità che oggi sono sentite dai cittadini. C’è troppa ospedalizzazione e poche risposte sul territorio». Riguardo alle vicende legate al piano di rientro e al temuto innalzamento delle tasse, Polverini ha spiegato: «Stiamo lavorando tantissimo, abbiamo incontri di continuo e metteremo in campo tutte le nostre forze perchè questa regione non debba pagare, oltre a un’assistenza non efficiente, anche un’imposizione fiscale più alta di quella che già c’è. Ricordiamo - ha poi sottolineato - che abbiamo ereditato dalla giunta di centrosinistra le addizionali Irap e Irpef più alte del Paese. Intendo operare una rivoluzione sanitaria, non voglio fare interventi-tampone».
A farle da sponda è stato ieri il sindaco Gianni Alemanno, secondo il quale «il presidente Polverini, nelle prossime settimane, sarà perfettamente in grado di costruire un piano di rientro sostenibile dal punto di vista economico e sociale per evitare appesantimenti fiscali che costituirebbero un problema». Ovvio il riferimento all’aut aut del governo alla Regione sul deficit sanitario. Però, ha aggiunto successivamente Alemanno, «sollecito il governo, prima di ogni altra considerazione, a sbloccare le troppe risorse destinate al Lazio che sono bloccate da mesi». Per il sindaco «si tratta dell’erogazione di cassa di risorse già assegnate alla Regione e che non arrivano neanche più al Comune. Noi, infatti, abbiamo un miliardo di crediti con la Regione, che a sua volta ne ha 2-3 con il governo».
Anche l’Udc si è schierata a fianco del presidente del Lazio. «Una rivoluzione sanitaria - ha detto ieri il segretario regionale dell’Udc Luciano Ciocchetti, a margine di un seminario svoltosi a Todi - è l’unica strada giusta per riformare un sistema malato. Con il presidente Polverini abbiamo delineato e concordato da tempo i punti principali su cui lavorare. Il nostro contributo sarà determinante». «Ci troviamo perfettamente in linea con le dichiarazioni del presidente Polverini circa la necessità di evitare provvedimenti tampone. Si avverte l’esigenza - ha spiegato Ciocchetti - di assumere decisioni strutturali che taglino gli sprechi e valorizzino invece le grandi risorse sanitarie esistenti; che possano dare risposte concrete e servizi sanitari ai cittadini del Lazio senza buttare i soldi».


«Entrando nel merito degli interventi - ha proseguito l’esponente Udc - invitiamo l’attuale giunta a impegnarsi, convinti si possa trovare un comune punto d’incontro: nell’immediata abolizione di tutte le Asl del Comune di Roma e creazione di un’unica Asl territoriale; abolizione di tutte le Asl della Provincia di Roma e la creazione anche in questo caso di un’unica Asl territoriale per tutta la Provincia; conferma delle attuali Asl territoriali di Latina, Frosinone, Viterbo, Rieti».

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