Sanitopoli abruzzese, via al processo

Sono 31 gli imputati per lo scandalo delle presunte mazzette che ha sconvolto gli assetti politici nella Regione. Sarà presente in aula anche l'ex presidente Ottaviano Del Turco

Ottaviano Del Turco ci sarà. Domani nella prima udienza preliminare del processo alla sanitopoli abruzzese l'ex governatore rivedrà a distanza di un anno e dieci mesi quei pm che lo arrestarono e decapitarono la allora giunta di centrosinistra. Con la sua presenza in aula si riaccendono le luci, anche quelle mediatiche, su una vicenda che ha cambiato il corso della recente storia abruzzese e l'ha inserita nel circuito nazionale delle lotte tra politica e magistrati.
Accuse gravissime per lui e altri 31 imputati della tangentopoli che il 14 luglio 2008 travolse una regione, basate anche, e non solo, sulle accuse del magnate della sanità privata Villa Pini Vincenzo Angelini, finito anche lui qualche settimana fa agli arresti per bancarotta.
Anche per Angelini i pm nel 2008 chiesero l'arresto, ma fu negato perchè si ritenne che l'ex patron di Villa Pini (gruppo ora in regime fallimentare a Chieti, con 1500 dipendenti senza stipendio da oltre un anno) avesse collaborato con gli inquirenti. Tangenti, un mare di soldi, che Angelini avrebbe ammesso di aver pagato per anni ai massimi vertici d'Abruzzo in cambio di favori nel sistema di accrediti della sanità, conti gonfiati, prestazioni non dovute, un buco nero che andava avanti da anni. Tangenti rigorosamente bipatisan, come hanno accertato i pm di Pescara, tanto che tra gli accusati figurano anche esponenti di primo piano del centrodestra abruzzese come l'on.Sabatino Aracu (Pdl), l'ex presidente della Regione Giovanni Pace (An) e l'ex assessore alla sanità Vito Domenici (Fi).
L'accusa domani davanti al Gup, Angelo Zaccagnini, dovrà ribattere alle numerose contestazioni della difesa degli imputati che punterà ad allungare il più possibile i tempi del processo con ogni tipo di eccezione. I reati ipotizzati sono associazione per delinquere finalizzata alla concussione, corruzione, riciclaggio, truffa, falso e abuso d'ufficio: almeno 15 i milioni che ballano nel valzer delle tangenti di Angelini, con successivi sequestri per milioni di euro in beni e conti correnti agli imputati.
Tutto nasce da una inchiesta sulla cartolarizzazione dei debiti della sanità effettuata da quello che viene riferito il deus ex machina bipartisan, quel Giancarlo Masciarelli a capo della finanziaria regionale che nominato dal centrodestra fu poi confermato da Del Turco. Dopo un primo smarrimento iniziale da parte della politica per quello che era definito il ritorno di tangentopoli, i toni delle polemiche si fecero roventi: il carcere per Del Turco (28 giorni a Sulmona) divenne l'ennesimo capitolo dello scontro tra politica e «magistrati politicizzati».
A Del Turco non mancarono la solidarietà di molti esponenti del centrodestra e lo stesso ex governatore accusò il Pd, allora guidato da Veltroni, di averlo abbandonato al suo destino.

Ora la battaglia riparte dalle aule di giustizia: la procura pescarese è guidata da Nicola Trifuoggi, fino a pochi mesi fa candidato alla Procura di Roma e protagonista del fuorionda con Gianfranco Fini al Premio Borsellino a Pescara. Dopo «quell'infortunio» la sua corsa verso Roma fu bloccata, ma Trifuoggi ha comunque fatto ricorso contro la decisione del Csm.

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