RomaMaurizio Gasparri, presidente dei senatori Pdl, da mesi è impegnato in una quotidiana battaglia per intaccare il muro di silenzio che circonda le rivelazioni dellallora ministro della Giustizia, Giuseppe Conso, sulla mancata proroga del 41 bis per alcune decine di mafiosi nel 1993. Una vicenda, a suo dire, legata a doppio filo alla parabola del pentito-star Massimo Ciancimino.
Presidente Gasparri, come si lega la vicenda Ciancimino alle rivelazioni sul 93?
«Ciancimino mi sembra un personaggio funzionale al grande ribaltamento che è stato compiuto rispetto alla storia di quegli anni. Nel grande libro della memoria della Repubblica sono riusciti a far passare i buoni per i cattivi e viceversa. Una clamorosa falsificazione. È arrivato il momento di fare chiarezza: tutto il centrodestra dovrà mobilitarsi per una grande battaglia di verità».
Dove individua queste anomalie?
«Parte tutto dagli anni Novanta e dal contrasto tra le Procure di Palermo e Caltanissetta. Ci fu una fuga di notizie che creò seri danni a una importante indagine antimafia dei Carabinieri. Il dossier mafia-appalti, di cui parlò anche Borsellino, poteva portare a conclusioni non gradite ad alcuni campioni della sinistra».
Lei torna spesso sul ruolo dei Carabinieri nella lotta a Cosa Nostra.
«Mi limito a ricordare che un eroe della lotta alla mafia, il generale Mario Mori, ha subito un processo a Palermo in cui ha smontato pubblicamente le prove di Ciancimino attraverso una presentazione in Powerpoint con la quale dimostrava che il pentito poteva modificare ad arte i documenti attribuiti al padre Vito. Purtroppo questo non è bastato alla Procura per riflettere sulla credibilità del testimone».
Per quale motivo?
«Non lo so. Ricordo però che anni fa un presunto pentito, Baldassare Di Maggio fu rimandato in Sicilia come premio per il presunto ravvedimento. Nellisola, a piede libero, si dedicò a uccidere i suoi rivali. I carabinieri riuscirono a fermarlo. Fu allora che Caselli pronunciò la famosa frase: Sono i rischi della gestione dinamica dei pentiti».
Adesso però la Procura di Palermo è intervenuta smontando la credibilità di Ciancimino.
«Sulle parole di Ciancimino sono stati imbastiti processi. Evidentemente nel momento in cui se lè presa con De Gennaro, persona seria e per bene così come il generale Mori, ha commesso un errore. Non vorrei che limprovviso cambio di linea sia nato per non lasciare il campo ai magistrati di Caltanissetta».
Ciancimino è diventato in questi anni una star televisiva.
«Se Santoro avesse un briciolo di coraggio dovrebbe organizzare una puntata per parlare di due enormi scandali: il caso Ciancimino junior e la resa dellItalia di Scalfaro e Ciampi sul 41 bis. In ogni caso presenterò un esposto contro viale Mazzini e contro Santoro perché è stato permesso a Ciancimino di usare la Rai per i suoi scopi oscuri e avere un alone di impunità. Una vera vergogna».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.