Per gli integralisti non esiste. E per lOnu si può continuare a ignorarlo. Da fine agosto la storia dellOlocausto si ferma a Gaza. A deciderlo con una draconiana imposizione e una supina accettazione ci stanno pensando i signori di Hamas e i rappresentanti del Palazzo di vetro nella Striscia. Il diktat - capace di bloccare linserimento dellOlocausto nei testi scolastici palestinesi - è roba di questi giorni. Tutto inizia con il sussurrio di tre insegnanti di Gaza pronti a scommettere sullarrivo nelle classi riservate ai tredicenni di un libro di storia con un capitolo dedicato alle persecuzioni degli ebrei nellera nazista. Il libro, finanziato dallUnrwa, lagenzia dellOnu per gli aiuti ai civili palestinesi, si preannuncia come unautentica novità studiata per infrangere il tabù che da 60 anni impedisce di citare lOlocausto nelle scuole palestinesi. A smentire gli insegnanti ci pensa una lettera dei Comitati popolari per i rifugiati, lorganizzazione di Hamas responsabile dei campi profughi. «Non permetteremo che i nostri figli studino una menzogna inventata dai Sionisti e propagandata dai loro organi di stampa, lOlocausto non è un fatto storico accertato, vogliono aggiungerlo ai nostri libri per far leva sulle emozioni dei nostri bimbi» - ammonisce una lettera dei Comitati popolari recapitata a John Ging, capo dellUnrwa nella Striscia. Altra benzina sul fuoco arriva dal predicatore fondamentalista Younis Al Astal secondo cui insegnare lOlocausto equivale a far circolare una menzogna studiata per fornire un alibi agli ebrei e a far dimenticare le sofferenze del popolo palestinese.
A conferire valore di legge al «pronunciamento» integralista ci pensa però lUnrwa. Il portavoce dellagenzia Adnan Abu Husna anziché protestare innesta la retromarcia, si adegua alla tesi fondamentalista e chiarisce che «nei correnti libri di testo non esistono riferimenti allOlocausto». Come dire scherzavamo, non pensiamo certo di regalare spazio a simili bagatelle. Lo scorso luglio i capi dellUnrwa erano già stati accusati dagli israeliani di concordare con Hamas la distribuzione degli aiuti dellOnu e di concedere allorganizzazione integralista il controllo di unimportante fetta dei fondi destinati alla ricostruzione della Striscia.
Il tema dellOlocausto è da sempre, comunque, un argomento ostico per i palestinesi. E non solo per quelli legati ad Hamas. Negli anni 70 il presidente dellAutorità palestinese Mahmoud Abbas si laureò in Unione Sovietica discutendo allUniversità orientale di Mosca una tesi dedicata alle «relazioni segrete tra il nazismo e i capi del movimento Sionista». Nella tesi, pubblicata in arabo nel 1983 Abbas cita le tesi dello storico Robert Faurisson e di molti altri negazionisti per ridimensionare le cifre dellOlocausto. «Dopo la guerra - spiega Abbas - si diffuse la voce che tra le vittime...vi fossero almeno sei milioni di ebrei... in verità nessuno può confermare o negare quel dato... lo storico e autore Raoul Hilberg ritiene che non superi le 890.000 unità». A trasformare lOlocausto in un nuovo tabù - soprattutto per le formazioni finanziate da Teheran - contribuiscono le prese di posizione del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad volte a negare la verità della Shoah. Secondo il portavoce di Hamas Sami Abu Zuhri il niet dellorganizzazione deriva però da altre ragioni. «Al di là di quella controversia - spiega Abu Zuhri - ci opponiamo allintroduzione del cosiddetto Olocausto nei libri di testo perché la mossa rafforzerebbe le tesi di chi legittima loccupazione della terra palestinese».
Intanto la ripresa dei negoziati di pace tra il governo israeliano e lAutorità palestinese si fa sempre più remota. Ieri il presidente Mahmoud Abbas ha detto di non voler partecipare alla trattativa sino a quando Israele non imporrà un effettivo congelamento delle colonie.
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