da Roma
La controcontestazione sinfila nella bacheche di Fisica, accanto al pendolo di Foucault, scavalca i dipartimenti e avanza fino allatrio di Chimica, nell'ingresso pieno di caos di Giurisprudenza. È il rosa il colore della ribellione allateismo: «LUniversità è luogo di cultura, confronto e scambio di idee. Sì al Papa!», annuncia un coraggioso volantino, provocazione al monopolio dei muri dei Collettivi di sinistra.
Sono le bacheche la fotografia delle contraddizioni di ununiversità senza Papa dove succede che gli studenti «rossi» contestano sia Bertinotti (lanno scorso) che Benedetto XVI, e dove i cattolici difendono luno e laltro. Ma alla Sapienza fa più rumore chi occupa più spazio: stanze e muri. «Quando abbiamo ottenuto le bacheche - racconta Lorenzo, di Comunione e Liberazione, quarto anno di Fisica -, i ragazzi dei Collettivi ce lhanno tolta. Sparita».
Ieri però lhanno fatta partire, la battaglia dei volantini, la riconquista dello spazio: «No Pope» contro «Sapienza, unaltra vergogna per lItalia. I Papi hanno potuto parlare ovunque nel mondo», come hanno scritto gli studenti cattolici.
Hanno appeso la loro sfida alle tre del pomeriggio, sulle bacheche dei vialetti delluniversità, mentre in una assemblea fiume a Fisica i Collettivi di sinistra e la «Rete» rilanciavano la protesta per oggi, allinaugurazione dellanno accademico: contestazione al ministro Mussi «che taglia la ricerca» e a Veltroni «che sgombera i campi rom», visto che il Papa non verrà più.
Nella cappella universitaria, a quella stessa ora, erano già state riempite quattro pagine dindignazione sul quaderno dellaccoglienza per Benedetto XVI: «Non è giusto!». «La scienza è laica non atea». «È molto triste che il Papa non possa venire. Questo posto è assoggettato al volere di pochi».
Anche in questi giorni si sta scrivendo un pezzo di storia della Sapienza, luniversità dellumiliazione di Lama e dellomicidio di Bachelet, storia di un Paese prima che di un ateneo, dove una ragazza, quasi undici anni fa, venne uccisa da un proiettile mentre passeggiava: «Cara Marta (Russo, ndr.) - dice un altro volantino appeso a Chimica - sono tornata in questo stesso posto che ti ha uccisa e che oggi ha ucciso la cultura e la libertà».
Il luogo del conflitto più viscerale è il palazzo di Fisica, eretto, per un gioco delle contraddizioni, accanto alla Chiesa. È questa la fucina della «settimana anticlericale», il pensatoio dell«okkupazione» del rettorato, il luogo del tormento tra scienza e fede, empirismo e spiritualità. Qui è partita la lettera «dei 67» contro linvito del Papa, «ora arrivati a 700», come ha chiarito in assemblea il professor Brunello Tirozzi, idolo dei «NoPope».
Ma la sorpresa che nessuna ricerca scientifica potrà forse mai spiegare, è che proprio nella culla del razionalismo è esplosa linsofferenza. Prima sulla lavagna, in aula Corsini dove si teneva lassemblea: «Molti ricercatori del dipartimento di fisica e del mondo accademico non concordano con le proteste e le motivazioni della lettera», proclamava una scritta.
Poi tra i ragazzi: da Fisica è partito un gruppo di studenti per applaudire il Papa e portargli «solidarietà» alludienza in Vaticano: «Ma chi lha mai detto che un fisico deve essere ateo?», domanda con semplicità Luciano, 25 anni, al quinto anno: «Anche Galileo era cattolico. Io sono un fisico e sono cattolico, sono tutto questo e dico che è possibile».
E la stilla del dubbio è penetrata fin dentro lassemblea. Un ragazzo è intervenuto per dire: «Secondo me il Papa sarebbe venuto con umiltà». Tra i professori firmatari, tra i ragazzi dei Collettivi, invece non ci son pentimenti: «Siamo stati tacciati di essere cattivi maestri, unaccusa un po pesantina», ironizzava il professor Carlo Cosmelli.
Ma il rifiuto del Papa ha inciso una cicatrice nella storia della Sapienza. Alcuni docenti delle facoltà scientifiche stanno organizzando una controraccolta di firme. «Mi sono commossa - confidava allingresso della chiesa la professoressa Alys Carrus, di Ingegneria - al grido "libertà" con cui è stato accolto il Papa in udienza».
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