Era piantonato nel reparto psichiatrico dellospedale San Carlo, dopo una breve permanenza allinterno del carcere di San Vittore, dal 19 dicembre scorso. Lavevano arrestato una settimana prima, il 13 dicembre, in seguito allaggressione in piazza Duomo ai danni del premier Silvio Berlusconi, colpito al volto con una miniatura della Cattedrale. A breve, per Massimo Tartaglia si apriranno le porte della clinica. Ieri, infatti, il giudice per le indagini preliminari Cristina Di Censo ha disposto gli arresti domiciliari per Tartaglia, che saranno scontati in una comunità terapeutica. Listanza, su cui anche la Procura aveva espresso parere favorevole, era stata presentata nelle scorse settimane dai legali del 35enne, gli avvocati Daniela Insalaco e Gian Marco Rubino. Ora, per il trasferimento effettivo, bisognerà attendere il nulla osta dei medici. Questione di giorni.
Da San Vittore al San Carlo, il passaggio nella struttura ospedaliera era stato deciso dal Gip dopo che una prima relazione sulle condizioni di salute mentale delluomo ne aveva sottolineato una psicopatologia e uno stato depressivo tali da dover essere curati in un centro specializzato. Ora, lulteriore passaggio. La consulenza del dottor Maurizio Dalla Pria (neurologo, criminologo e psichiatra forense), depositata agli atti, «ha concluso - spiegano gli avvocati Insalaco e Rubino - accertando linfermità mentale dellindagato».
I difensori di Tartaglia esprimono «grande soddisfazione» per la decisione del gip Di Censo. «In tal modo - sottolineano - il nostro assistito potrà essere curato», aggiungendo che «il diritto alla salute riconosciuto dallarticolo 32 della Costituzione quale diritto fondamentale dellindividuo e interesse della collettività, impone lobbligo di considerare prioritaria per Massimo Tartaglia, così come per ogni altro indagato infermo di mente, le sue necessità di cura». E «sollevata» dalla notizia si dice anche la signora Donata, la madre delluomo finito sulle prime pagine dei giornali di mezzo mondo.
A breve, infine, verrà depositata la relazione dei due consulenti della Procura (i professori Carlo Goy, dellIstituto di medicina legale dellUniversità di Milano e Federico Biglioli, primario maxillo-facciale allospedale universitario San Paolo), chiamati a esprimersi sullentità delle lesioni subite dal presidente del Consiglio, per il quale lo staff medico dellospedale San Raffaele aveva fissato una prognosi di 90 giorni.
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