Roma

«Saul», ovvero la solitudine di un grande re

Arriva al Nazionale, secondo palcoscenico dell’Opera di Roma, solitamente destinatario di spettacoli innovativi e sperimentali, il Saul, da André Gide, musica di Flavio Testi, opera in tre atti e 12 scene, nello stesso allestimento (Pierluigi Pizzi) e con la medesima regia, sempre di Pizzi, che ha debuttato l’estate scorsa a Macerata, nel raccolto e storico Teatro Lauro Rossi, nel corso del festival «Macerata Opera», che per i titoli di repertorio più noto si svolge nel singolare spazio dello Sferisterio.
L’opera di Testi, prima di sbarcare in Italia, aveva debuttato in forma di concerto a Parigi, nel 2003, suscitando molto interesse e gettando nuova luce su un testo, quello di Gide, che al suo apparire ma anche dopo non ha goduto di attenzione né da parte dei letterati né dei teatranti. Testi, che non è più un giovincello (è nato a Firenze nel 1923) e che ha consegnato opere che hanno fatto scalpore (Riccardo III presentato alla Scala nel 1987; il precedente -1969 - oratorio Passio domini nostri Jesu Christi secundum Marcum) racconta così la sua scoperta di Gide: «La scelta è caduta sul testo di Gide, immeritatamente dimenticato anche in Francia, dove lo scrittore è più apprezzato dell’autore di teatro, perché dopo aver letto tanti testi, nel Saul mi è parso di trovare quella che Giuseppe Verdi chiamava la “tinta che io cercavo”». Per tinta, Testi, come Verdi, intende quel particolare carattere o quella somma di elementi che rendono un testo fonte di ispirazione. «Una ulteriore spinta - continua Testi - m’è venuta dal fatto che scrivere un’opera in francese voleva dire per me una bella sfida», dopo aver dato alle stampe, nel 2003, un bello studio sulla Parigi musicale del primo Novecento, alle cui avanguardie non iconoclaste, egli sembra essersi sempre ispirato nella sua lunga carriera di compositore. Si tratta di un dramma soggettivo, distante dal genere «grandioso»; e tale carattere Pizzi ha rispettato per la sua messinscena, basandosi sulle indicazioni dello stesso Gide che suggeriva di non utilizzare elementi scenici monumentali, puntando sul dramma interiore del sovrano, ossessionato dal tempo che passa e dal potere. Per farci rivivere la storia del re solitario, Saul sarà Vincent Le Texer, Elena Zilio sarà la regina ma anche la maga di Endor; Alexandre Marcelli sarà David, che succederà sul trono di Saul, e Augustin Prunell-Friend , lo sfortunato figlio del re, Jonathan. L’orchestra, dal singolare colore scuro, affidato al registro medio e basso degli archi, assenti i violini, sarà diretta da Federico Longo.
Teatro Nazionale. Saul di Gide/Testi. Domani, ore 20.30. Repliche fino a mercoledì 30 gennaio.

Info:06-481601.

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