Per «Save the children» un aiuto concreto dagli antiquari romani

Nel mondo ogni tre secondi muore un bambino, il 90 per cento per cause prevenibili. Per questo l’associazione Provarte e i vari galleristi di «Antiquari nella Roma Rinascimentale» hanno scelto di dare il loro contributo a «Save The Children» (www.savethechildren.it), la più grande e importante organizzazione internazionale indipendente per la difesa dei diritti dei bambini. Venerdì prossimo, 23 ottobre, nel pomeriggio, alla presenza di alte autorità istituzionali, verrà consegnato l’assegno di solidarietà ad un rappresentante di «Save the Children». Malgrado il difficile periodo economico, ciò testimonia la sensibilità degli antiquari della mostra-mercato aperta fino al 25 ottobre (ore 11-20) al S. Spirito in Sassia (Borgo S. Spirito 1, www.antiquarinellaromarinascimentale.com).
Non capita spesso che in una mostra-mercato di antiquariato si pensi ad aiutare chi veramente ne ha bisogno. «La nostra associazione Provarte, con gli antiquari, ha voluto dare un sostegno concreto per aiutare i bambini africani. E a tutti i visitatori che vorranno unirsi a questa donazione di solidarietà, regaleremo il catalogo della mostra», spiega Paolo Rufini, organizzatore dell’esposizione. «Save the Children» ha anche lanciato da poco la nuova campagna globale «Every one», contro la mortalità infantile, per salvare 500mila bambini all’anno. Tutti possono contribuire con un sms al 48544. Solidarietà anche dalla Regione Lazio, grazie alla quale quest’anno la mostra «Antiquari nella Roma Rinascimentale» ospita quattro galleristi della città terremotata dell’Aquila (si tratta di «Antichità Amiternum» di Gianluca Gliubich, di Antonio di Brisco che ha la galleria in piazza S. Maria Paganica, una delle più colpite dal sisma, e delle gallerie di Michele Pilolli e di Valter Piccirilli). «Devo essere sincero - racconta l’aquilano Piccirilli - ho pensato prima di tutto ai miei cari e a soccorrere i miei compaesani.

Al momento del sisma ero a Roma, ho caricato subito l’auto con venti coperte, viveri e attrezzature varie di utilità e conforto, e mi sono subito diretto verso la mia città. Solo il secondo giorno mi sono preoccupato delle mie opere».