Roma - Tra i ragazzi approdati sull'isola di Lampedusa, ben 635, pari a quasi l'82%, non erano accompagnati, sono cioè arrivati da soli, viaggiando senza l'assistenza dei propri genitori o familiari. Questi alcuni dei dati diffusi oggi da "Save the Children", a oltre tre mesi dall'avvio della propria attività in seno a Praesidium III, il progetto coordinato dal Ministero dell'Interno e in collaborazione con UNHCR, IOM e Croce Rossa. L'organizzazione internazionale per la difesa e promozione dei diritti dell'infanzia, opera all'interno del Centro Soccorso e Prima Accoglienza (Cspa) dell'isola al fine di consolidare procedure chiare per l'identificazione dei minori, inclusi quelli particolarmente vulnerabili, le vittime di tratta e i richiedenti asilo, contribuire al miglioramento degli standard di accoglienza e protezione, nonché fornire informazioni sui loro diritti.
L'arrivo dell'estate agevola gli sbarchi e un conseguente aumento esponenziale degli arrivi di minori, passati dai 174 di maggio, ai 228 di giugno, per arrivare a ben 373 a luglio. "Nell'ultimo periodo il centro, che è atto ad ospitare un massimo di 762 persone, è arrivato ad accogliere più di 1600 migranti e più di 130 minori non accompagnati.
In queste situazioni, nonostante l'impegno dei diversi attori coinvolti, le condizioni di vita e l'accesso ai servizi all`interno del centro diventano spesso critiche", spiega da Lampedusa Carlotta Bellini, Coordinatrice dell'area Protezione di Save the Children Italia.
Dei minori arrivati a Lampedusa nel periodo di riferimento, la maggior parte proviene da
Eritrea (19%); Somalia (17,1%); Nigeria (16,8%), ma anche Palestina (12,6%), Ghana (12,5%),
Togo (3,5%), e Sudan (1,3%) .
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